Perde ancora la Juventus, intrappolata ormai in una crisi senza fine. Dopo il 3-3 casalingo con l’Atalanta e il 5-1 subito contro il Napoli al Maradona, arriva anche la sconfitta allo Stadium con il Monza. Le reti di Ciurria e Mota firmano il 2-0 con cui i brianzoli bissano la vittoria della gara di andata.
La prima di Raffaele Palladino sulla panchina della squadra che l’ex bianconero un girone dopo è riuscito a portare fuori dalle sabbie mobili della zona retrocessione, distante adesso 13 punti. Meno dei dodici che ci sono da quella europea. Un distacco colmabile? Difficile. Un sogno? Probabile. Ma che è senza dubbio più bello dell’incubo in cui è precipitata la formazione di Allegri.
Che ha vinto la sua ultima partita in casa contro l’Udinese lo scorso 7 gennaio. Quando dalle parti della Continassa si poteva parlare persino di ambizioni scudetto. Mentre nei giorni scorsi i bookie hanno bloccato le scommesse sulla retrocessione. Una Juventus che è parsa fin da subito con il motore spento. Incapace di mostrare un guizzo o una giocata decisiva. Il giovane Rovella che oscura Paredes. Di Maria assente ingiustificato. Gatti e Fagioli che non ripagano la fiducia del tecnico.
E poi gli episodi. Con Cuadrado e chiesa che non vanno neanche in panchina. Con Milik costretto a uscire quando i cambi sono terminati. Perché se anche la sfortuna ci mette il suo allora vuol dire che forse non può piovere per sempre, ma indubbiamente può farlo ancora a lungo.