di Anna Copertino
Dalla sala del “Premio del Pubblico” al Torino Film Festival 2013, Pierfrancesco Diliberto meglio noto come Pif, ha presenziato alla proiezione del suo primo film “La mafia uccide solo d’estate” al Cinema Modernissimo. Sponsor ufficiale dell’evento, con il Multisala Modernissimo, Libera Campania, che dopo la proiezione ha ricordato una delle vittime innocenti della criminalità, Marcello Torre, avvocato penalista e sindaco, ucciso a Pagani nel 1980 dalla camorra cutoliana, a cinque mesi dalla sua elezione a sindaco, per non essersi piegato all’accordo di una politica collusa con la camorra degli appalti per ricostruzione del dopo terremoto.
La sala era gremita, più di 400 persone, moltissimi i giovani parte di quella moltitudine che ha accordato alla cultura la precedenza sul calcio, e nonostante la partita di Champions, ha preferito mettersi in coda per assistere a questa speciale visione de “La mafia uccide solo d’estate”. Ed in sala con Annamaria Torre, figlia del sindaco ucciso, anche Alessandra Clemente assessore alle Politiche Giovanili, figlia di Silvia Ruotolo, altra vittima innocente uccisa dalla camorra, e Don Tonino Palmese referente di Libera Campania.
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Moderati dal giornalista Alessandro Chetta, don Tonino Annamaria e Pif si sono confrontati sulla mafia siciliana e la camorra napoletana. Tra le domande dei giovani presenti in sala, i racconti di Annamaria e di Pif, non sono mancati momenti di grande emozione. Lo stesso Don Tonino molto emozionato, ha stretto in un abbraccio il giovane regista per la completezza ed il grande spessore del film, che pur regalandoci qualche risata e strappandoci degli applausi ha raccontato con grande poesia e cruda verità gli ultimi vent’anni di omicidi e stragi, dove non è mancata la colpevolezza di uno Stato colluso, che non ha saputo e ancora talvolta non riesce a tutelare chi veramente si spende per la giustizia.
Pif, ha utilizzato il modo più giusto di raccontare di mafia, ha usato la verità. Ed i suoi” personaggi inventati” ben si sono amalgamati con quelli “veri” che hanno segnato la storia del nostro paese. Il vivere da “giovane palermitano”, tra quelli che si vergognavano di esserlo, vergogna di essere compaesani di Reiina e Provenzano, in una stagione di consapevolezza che vide la presa di coscienza della cittadinanza siciliana, – “da noi a Palermo sono stati necessari due tremendi delitti nell’estate del ’92 per scuotere le coscienze di tutti”– ha detto Pif, – “credo che anche in Campania stiano cambiando a poco a poco le cose, grazie al lavoro di Libera, all’impegno civile di Saviano e soprattutto in questi ultimi mesi, con la reazione spontanea della cittadinanza al malefico avvelenamento della cosiddetta Terra dei Fuochi “.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, gli uomini e le donne di scorta, i giudici e tutte le persone uccise, sono morti che pesano sulla coscienza di molti, come le tante, le troppe vittime innocenti di camorra. Come i morti che una terra avvelenata dal malaffare sta mietendo in Campania. Impariamo da Arturo, il protagonista del film, portiamo i nostri figli in pellegrinaggio sui luoghi che videro le morti ingiuste, portiamoli alle Stele della Memoria, raccontiamo chi, consapevolmente, ha dato la propria vita per un Paese libero da mafia, camorra, ‘ndrangheta e cosa nostra. Diamo vita, con la memoria, a chi la vita l’ha data per noi.
Pif, ha detto salutandoci: “Grazie allo sforzo di tanti eroi, spesso dimenticati. Oggi, assieme a quegli stessi amici, affermo con orgoglio di essere siciliano. E di provenire dalla stessa terra di Falcone e Borsellino”. Grazie Marcello Torre.
14 dicembre 2013