Il 6 aprile 1520 moriva ad appena 37 anni Raffaello Sanzio.
La tradizione lo equipara al Gesù rinato attraverso lo spirito dell’Arte, in quanto Raffaello nacque e morì il giorno del venerdì santo. E sembra non esserci andata lontano, se dopo 500 anni il mondo lo celebra nel giorno d’inizio della Settimana Santa! Aldilà di tali coincidenze, il messaggio artistico di Raffaello Sanzio, che esprime magistralmente nelle sue opere la ricerca di classicità, circolarità ed armonia, in pieno RINASCIMENTO, non può non essere colto, attualizzato e riproposto dalla nostra Associazione, nell’ambito del progetto “La MERIDIANA DELL’INCONTRO”.
Per questo ci uniamo all’omaggio dell’intero Paese al grande artista, attraverso la proposta del prof. Elviro Langella, coordinatore de progetto, che con le sue elaborazioni creative di fotografia digitale anticipa il tema per eccellenza che approfondiremo al prossimo MAGGIO DEI MONUMENTI: “La visione contro la catastrofe”.
L’elaborazione del prof. Langella, dedicata alla figura e all’arte di Raffaello, viene collocata simbolicamente all’interno della Chiesa di Sant’Agrippino, tra i luoghi emblematici della storia di Forcella e del nostro progetto, resa attuale dalla presenza, sullo sfondo, della scultura della “Meridiana dell’Incontro”, riproposta davanti accanto all’immagine di Veronica Mazza, testimonial dei gemellaggi artistici giovanili che stanno portando Forcella all’incontro con altre realtà italiane, promuovendone la rigenerazione.
In particolare, il prof. Langella pone in alto a sinistra della sua composizione digitale la grande tela della “Trasfigurazione sul Tabor”, messa sul feretro del giovane Raffaello, a richiamo dell’immagine dell’ “Imitatio Christi”.
La corona di spine e le bare stanno a simboleggiare, invece, il crudo riferimento alle immagini di cronaca di questi giorni, con la mascherina del medico che invitiamo a scorgere tra i dettagli, simboleggiante la lotta in corso contro il coronavirus.
Il pannello posto a sinistra di Veronica Mazza propone il ritratto di “Raffaello – Human Tribe”, con l’evidente tatuaggio tribale dei personaggi di Jorit, i quali compaiono sulla destra nel san Gennaro di Forcella e nella ragazzina Rom di Ponticelli.
In alto a destra è presente, infine, un’infermiera con le “stimmate”, frutto del disumano travaglio di queste settimane di inferno, che senza dubbio rappresenta l’immagine più vera dell’humana pietas di questi tempi.
Ringraziamo, allora, il nostro condottiero Elviro Langella, per questa originalissima attualizzazione del messaggio artistico di Raffaello, il quale mai avrebbe potuto immaginare di “rinascere”, dopo 500 anni, nel cuore di una pandemia, all’interno di un quadro ambientato a Forcella!
Ma anche questo è un modo innovativo di “svelare” Napoli, che non è solo la “Napoli velata”, magica, esoterica ed alchemica, ma è anche una Napoli che sa cogliere dalle catastrofi gli stimoli per rinnovarsi.
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