La notte oscura della prova

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La notte oscura della prova

Mi ha colpito molto ieri, vedendo la Via Crucis, questa espressione usata da Papa Francesco. La notte oscura della prova. E ho pensato alle tante notti oscure mie e delle persone che conosco e che le hanno volute condividere con me.

La notte oscura. Il momento più difficile. Il momento in cui dubitiamo prima di tutto di noi stessi. Delle nostre forze. Della capacità di farcela. Oscura, quindi buia. Nel buio non abbiamo riferimenti, perdiamo ogni connessione con la realtà fisica, nessun viso amico o semplicemente sorridente ci appare, anzi nell’oscurità si fanno avanti e si delineano i mostri delle nostre paure e delle nostre debolezze, che mai ci hanno realmente abbandonato, perché sanno che prima o poi arriverà per noi una notte oscura in cui fare di tutto per spingerci verso il baratro. E’ il loro momento.

La notte oscura della prova. Ci ritroviamo soli al mondo, senza che nessuno possa davvero aiutarci. E’ la notte in cui ci sentiamo privi di possibilità. In trappola. E una persona che sente di non avere nessuna possibilità è una persona im-potente.  Al buio. All’oscuro.

Ma, sempre ieri sera, non so fino a che punto casualmente, ho letto un’altra bellissima riflessione: “Dov’è la luce in fondo al tunnel? La luce in fondo al tunnel sono io”. Io che mi riconnetto alle mie debolezze senza per forza combatterle o vergognarmene. Io che mi ricordo di tutte le altre notti oscure che ho passato e che ho superato e che sono la prova provata che anche questa notte potrebbe passare e forse passerà. Io che capisco che anche nel momento più oscuro l’errore più grave che possa commettere è quello di pensare di non farcela. Io che al buio riesco a toccare quelle ferite che mi fanno ancora male, che non si sono mai cicatrizzate del tutto, ma che mi ricordano che sono vivo, che posso soffrire, ma che se posso soffrire posso anche tornare a gioire. La luce in fondo al tunnel, nella notte oscura della prova, sono io, che finalmente mi riconosco nella mia interezza di essere umano e mi do l’unica, vera grande possibilità: passare da io a noi. Io che, autorizzandomi a chiedere aiuto, squarcio il buio con la forza di non essere semplicemente un “io”, ma un io che appartiene e si affida a un “noi”. E’ questo il momento in cui, forse, se penso al mio passato, ce l’ho davvero fatta. Allora gli auguri laici di buona Pasqua che mi sento di fare a tutti è proprio questo: vi auguro e mi auguro di avere la forza, nella notte oscura, di fare il passaggio, il passaggio dall’io al noi. Dalla notte alla luce.