Partiamo da questa foto, scattata dall’amico Peppe Mojito, di un venerdì 13, precisamente 13 Gennaio 2017. Certo per i più scaramantici una data da evitare, ma per chi quotidianamente deve muoversi rimarrà un giorno come tanti altri da imprimere nella memoria.
Sembra la scena di un film, ma è pura realtà. Una sorte di esodo quasi rassegnato. Le persone che vedete sono appena scese da un treno della Cumana, che rischiava di prendere fuoco, e tentano di raggiungere la stazione successiva a piedi e con condizioni meteo avverse. Scene che neanche nel terzo mondo dovrebbero vedersi, ma che purtroppo a Napoli e provincia sono pane quotidiano.
Come novelli Ulisse coloro che, come me, scelgono o devono viaggiare con i mezzi pubblici sanno quando partono, ma non hanno idea di come e soprattutto quando arriveranno alla meta. Sono anni oramai che va così e non solo per quanto concerne i mezzi su ferro, ma anche quelli su gomma. Gestioni scellerate, interessi privati, disinteresse verso l’utenza, mancanza di fondi, mancanza di controlli e sicurezza, personale a volte non all’altezza, pigro o purtroppo impotente nel fronteggiare le emergenze, mezzi obsoleti e spremuti fino all’ultima goccia. Sono questi alcuni dei motivi di questa situazione che in una metropoli come Napoli non dovrebbe sussistere.
Lasciatemi dire però che la colpa è anche di noi cittadini: non parlo solo dei “portoghesi” e cioè coloro che non pagando il biglietto fanno “piangere” le casse delle aziende di trasporto, ma anche di coloro che maltrattano i nostri mezzi. Dico nostri perché oltre a pagarli con tasse ed appunto titoli di viaggio appartengono alla comunità, ma se la baby gang di turno decide di prendere a sassate un autobus, lo stesso autobus andrà a morire in deposito perché non ci sono i fondi per ripararlo. Vero è che siamo sottoposti ad attese lunghissime e a viaggi in carri bestiame però se ognuno facesse la sua parte la situazione potrebbe migliorare e tornare ai livelli di un tempo.
Un’ultima postilla: molto spesso quando ci si lamenta dei mezzi pubblici ci sono i nostri conterranei trasferitisi da Roma in su che dicono che la situazione non è molto distante o addirittura peggiore rispetto a quella di Napoli, ma io così come tanti ogni volta che sono andato fuori ho sempre viaggiato con bus o metro con tempi di attesa almeno 4 volte inferiori a quelli della nostra città, ma giusto per ribadire un concetto a cui dovremmo tenere tutti volevo ricordare che ciò che succede fuori non deve riguardare casa nostra. Ci si migliora ammettendo e correggendo i propri difetti.
Pio Russo