La zona gialla del Vesuvio si allarga ancora, includendo 63 comuni della Regione Campania. La nuova proposta di delimitazione dell’area è stata definita in accordo con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e approvata la settimana scorsa dalla Giunta Regionale.
La nuova zona gialla in caso di eruzione del Vesuvio comprende tutti quei comuni (e anche i quartieri Est di Napoli: Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli) che potrebbero essere interessati da un accumulo di ceneri vulcaniche in caso di eruzione. Per determinare questa probabilità sono stati condotti studi approfonditi e simulazioni che hanno permesso di tracciare un quadro ipotetico post-eruttivo, in caso di eruzione sub-Pliniana, quadro che ovviamente dipenderebbe in ogni caso dalla potenza dell’eruzione, dall’altezza della colonna eruttiva e dalla direzione dei venti.
Agerola, Angri, Avella, Baiano, Bracigliano, Brusciano, Camposano, Carbonara di Nola, Casalnuovo di Napoli, Castel di San Giorgio, Castellammare di Stabia, Castello di Cisterna, Cava de’ Tirreni, Cimilite, Comiziano, Corbara, Domicella, Forino, Gragnano, Lauro, Lettere, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Marzano di Nola, Mercato San Severino, Meta, Monteforte Irpino, Moschiano, Mugnano del Cardinale, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Nola, Pagani, Pago del Valle di Lauro, Pimonte, Pomigliano d’Arco, Positano, Quindici, Ravello, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, San Paolo Bel Sito, San Valentino Torio, San Vitaliano, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Sant’Egidio del Monte Albino, Sarno, Saviano, Scala, Scisciano, Siano, Sperone, Striano, Taurano, Tramonti, Tufino, Vico Equense, Visciano, Volla.
Il pericolo per i comuni che oggi ricadono nella zona gialla deriverebbe appunto dal rischio di crollo dei tetti in seguito al depositarsi di ingenti quantità di ceneri vulcaniche. “La zona gialla” ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici Edoardo Cosenza “include i Comuni che ricadono all’interno o sono intersecati dalla curva di probabilità di superamento del 5% del carico di 300 chili per chilometro quadrato determinato dall’accumulo di ceneri vulcaniche”.
“L’obiettivo a medio termine” ha spiegato ancora l’assessore Cosenza, “è quello di scongiurare l’ipotesi dell’evacuazione, mettendo in sicurezza tutti i tetti della zona gialla”, ovvero renderli in grado di sopportare il peso degli spessori di cenere attesi.
Gli adeguamenti dovranno essere inseriti dai Comuni nei Piani Urbanistici. Altri problemi che potrebbero derivare dalle ceneri sono l’intasamento delle fogne, la difficoltà di circolazione degli automezzi nonché l’interruzione delle linee elettriche: questo genere di rischi potrebbero interessare anche i Comuni che attualmente si trovano al di fuori della zona gialla, che quindi dovranno in ogni caso tenere conto di questa possibilità nei loro piani di emergenza in caso di eruzione del Vesuvio.
“La delibera regionale” ha dichiarato il capo del Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli a Repubblica “è un ulteriore tassello del complesso puzzle che è la pianificazione di emergenza; infatti, si aggiunge al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri sull’aggiornamento della zona rossa vesuviana, agli indirizzi per l’aggiornamento della pianificazione che devono essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale. E ancora una volta emerge come la condivisione dell’intero percorso all’interno del Servizio nazionale della protezione civile sia fondamentale, partendo proprio dai Comuni”.
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