La prima telefonata della storia: 145 anni e non sentirli

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Una invenzione fondamentale per la vita di tutti noi, ma dietro la quale si celano ancora oggi alcuni dubbi.

di Luigi Casaretta.

Esattamente il 10 Marzo del 1876, lo scienziato e inventore statunitense di origini scozzesi Alexander Graham Bell effettuò il primo tentativo riuscito di una telefonata. Proprio quel giorno, a Boston, Alexander Bell nel tentativo di comunicare con il suo assistente Thomas Watson che si trovava nell’altra stanza dello stesso edificio, formulò la celebre frase, rimasta nella storia: “Mr. Watson, come here, I want you” (“Signor Watson, venga qui, voglio vederla”), regalando all’umanità un oggetto che diventerà indispensabile per la vita di tutti i giorni.

Dopo 145 anni, il telefono, un tempo a rotella, poi a tastiera o a cordless, è entrato nelle case di tutti, nelle pubbliche vie, dove alle cabine telefoniche si accodavano file di persone, o negli uffici, cedendo poi il passo al telefonino e a tutti i sistemi connessi, fino all’avvento dello smartphone che ha aperto altre frontiere.

Qualcuno ricorderà ancora negli anni ’60 e ’70 il telefono addirittura chiuso da un lucchetto, quasi un mero oggetto da soprammobile da utilizzare con parsimonia.

Eppure il primo dispositivo, quello utilizzato e poi brevettato da Bell con il brevetto numero 174.465, consisteva in un congegno composto da una sorta di trombetta con all’interno un microfono ed un auricolare; ciò permetteva alla voce dell’interlocutore di far vibrare una particolare membrana in grado di produrre corrente elettrica variabile in base al segnale ricevuto. Tale segnale elettrico veniva successivamente trasformato in acustico, all’altro capo dello strumento.

Tuttavia quello dell’invenzione del telefono è un tema dietro il quale ancora oggi si celano molti dubbi. Bell, essendo stato il primo a brevettare un telefono in grado di funzionare, è identificato da una significativa porzione della comunità scientifica internazionale e dalla cultura popolare come il padre del telefono ma ufficialmente però, come decretato nel 2002 dal Congresso degli Stati Uniti d’America, sarebbe stato l’italiano Antonio Meucci il vero inventore dell’apparecchio che lui chiamò “telettrofono“, e per il quale, secondo molti, riuscì ad ottenere un brevetto temporaneo che prevedeva un rinnovo annuale di circa 10 dollari, rinnovato però soltanto fino al 1873 a causa dell’indigenza del Meucci.