Il potere di requisire materiali e immobili da parte della Protezione civile
La notizia all’interno dell’ultimo decreto, una misura a dir poco eccezionale, oltre all’applicazione della sospensione feriale per gli uffici giudiziari, appare la possibilità di requisire beni privati, cliniche, alberghi e strutture di accoglienza, per utilizzarle al fine di garantire ricoveri nel caso in cui l’epidemia si diffonda ancor di più, fino ad essere definita pandemia.
Nel provvedimento sono presenti anche misure che riguardano la Sanità, in particolare per mandare rinforzi nelle corsie degli ospedali, in prima linea per contrastare l’epidemia.
Salta, rispetto alle prime bozze, la possibilità per lo Stato di commissariare le Regioni inadempienti rispetto alle nuove misure mentre spunta, oltre alla possibilità di requisire gli alberghi, un potere più ampio alla Protezione civile per disporre, fino al 31 luglio, dove diventasse necessario, requisizioni di altri immobili per avere spazi dove gestire le persone in quarantena ma anche requisizioni e espropri di materiale sanitario, dai presidi sanitari e medico-chirurgici per assicurare agli ospedali le forniture adeguate a gestire i contagi e i posti letto “specializzati” necessari a ricoverare i malati.
La Protezione Civile fino a fine emergenza Coronavirus potrà disporre “la requisizione in uso o in proprietà, da ogni soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere” per assicurare “le forniture” e “implementare il numero di posti-letto specializzati”.
Lo prevede la bozza del decreto sulla sanità sul tavolo del Cdm. Possibile anche la requisizione “temporanea” di beni immobili (non solo gli alberghi) idonei ad ospitare le persone in quarantena.
Per potenziare i reparti di terapia intensiva sono in arrivo 5mila impianti di ventilazione assistita, che saranno acquistati dalla Protezione civile attraverso la Consip con procedure rapide e semplificate.
Il governo, per assicurare la disponibilità di alcuni presidi medici indispensabili e urgenti, ha quindi previsto la possibilità di requisizioni temporanee o definitive come ‘estrema ratio’ anche per fare fronte a eventuali blocchi della produzione delle imprese.
Misure che, viene spiegato, potrebbero anche non essere attuate. A fronte di questi interventi sono previste comunque delle “indennità in denaro” che verranno “liquidate ai prezzi di mercato che i beni requisiti avevano alla data del 31 dicembre 2019”.
Per gli espropri e le requisizioni d’uso è indicata una indennità. La requisizione d’uso può durare al massimo “sei mesi” oltre i quali i beni vanno restituiti o si trasforma in esproprio. Anche per l’eventuale requisizione degli immobili ci sarà “una indennità in denaro” corrisposta dalla Protezione civile che si potrà avvalere dell’Agenzia del Demanio per la stima del valore degli immobili.