In seguito alla scelta operata da parte del governatore Caldoro e dell’Assessorato alla Cultura Caterina Miraglia al fine di dismettere il Teatro Trianon – Viviani di Forcella, dure reazioni sono giunte dagli assessorati alla cultura del Comune di Napoli, della Città metropolitana, del Sindacato dei giornalisti, delle sigle sindacali di categoria come Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e degli artisti.
L’assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele, ha definito la Scelta della Regione Campania “una scelta improvvida e inaccettabile. La Regione ha preso questa decisione all’improvviso, in maniera disarmante e percorrendo una strada opposta a quella annunciata. Una decisione presa in assoluta solitudine. Non c’è stata alcuna richiesta di collaborare per risolvere il problema. Il Comune, è vero, non ha risorse disponibili, ma se ci fossimo seduti attorno a un tavolo, magari, avremmo potuto trovare una via da poter percorrere insieme per salvare il teatro, coinvolgendo artisti e personalità della cultura.
“È arrivata, invece, questa delibera. Ricordo, tra l’altro, che stiamo parlando di un bene per il quale la soprintendenza ha avviato la procedura di vincolo. Tuttavia siamo ancora disponibili a compiere uno sforzo istituzionale che coinvolga tutti per bloccare questa dismissione inaccettabile“.
Alle parole di Nino Daniele hanno fatto seguito quelle di Claudio De Magistris, attualmente a capo dell’Associazione Dema, secondo cui “quattro anni fa, prima della nuova amministrazione regionale, c’erano Nino D’Angelo e quattromila abbonati al Teatro del Popolo. Adesso è veramente triste vedere come lo stesso ente, dopo una gestione inconcludente, si sia disfatto del Trianon e, per quel che leggo, si stia disinteressando dei lavoratori. Tutti i luoghi di produzione e fruizione culturale di questa città sono prezioso patrimonio da salvaguardare. Sarebbe auspicabile, un’operazione di concerto tra tutte le istituzioni per poter garantire la riapertura del teatro, ipotizzando magari anche una sorta di azionariato a partecipazione popolare“.
Per l’ex direttore del Teatro Trianon, Nino D’Angelo, come scrive sulla sua pagina Facebook, la dismissione è “una coltellata al cuore di Forcella” e, anzi, come affermano gli esponenti provinciali e metropolitani del Partito Democratico, “calare il sipario sull’ennesima vicenda frutto di scelte che decretano il totale abbandono della cultura da parte della nostra giunta regionale è una operazione inammissibile“.
Il gravissimo disimpegno della Giunta Caldoro e dell’assessore Caterina Miraglia, ormai divenuta celebre per lo scandalo al Mercadante, spinge i sindacati ha chiedere una convocazione formale, affinché il disimpegno regionale possa essere risolto in una maniera che non implichi necessariamente la chiusura del Teatro Trianon.
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