La storia a lieto fine di Raffaele, da rapinatore a pizzaiolo

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Raffaele Criscuolo ha 24 anni, è nato a Napoli, nei Quartieri Spagnoli, e ha intrapreso una strada sbagliata. Di quelle che capita a tutti prima o poi di trovarsi di fronte. Quando la vita ci mette davanti a un bivio. E, in determinate condizioni, è più facile ritrovarsi ad andare dalla parte che allontana dalla legalità. Magari quando cresci senza padre e con una madre giovanissima. E’ così che Raffaele inizia a mettere a segno alcune rapine, che gli aprono le porte del carcere.

A leggerla così sembra una di quelle storie già viste e lette, ma all’improvviso arriva in questa vicenda una svolta inaspettata. L’incontro con l’associazione “Arti e Mestieri” dell’imprenditore Rosario Bianco e del magistrato Catello Maresca. Ecco, da quel momento, tutto cambia. E’ quel momento che ha portato all’inaugurazione, ieri, in via Arenaccia della pizzeria di Raffaele, Forno 185, #Cat-Mar, che sta per Catello Maresca.

“Il dottor Maresca ha creduto in me e mi ha cambiato la vita”, confida in una accorata intervista a Juorno.it Raffaele Criscuolo, sottolineando il ruolo decisivo del magistrato anticamorra della Procura di Napoli, fondamentale per assicurare alla giustizia il boss del clan dei Casalesi, Michele Zagaria. C’erano lui e Rosario Bianco all’inaugurazione. Tutti con il sorriso sulle labbra di chi si trova davanti a una storia a lieto fine. Anche se, in realtà, un’altra di storia è appena cominciata.