“LA STRADA LATERALE”, IL ROMANZO D’ESORDIO DI GIANCARLO DELL’ANGELO: INTERVISTA ESCLUSIVA

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Nato il 24 maggio del 1967 a Sant’Angelo dei Lombardi (Av) vive, sin dall’infanzia, a Monteforte Irpino (Av). Laureato in Scienze Politiche è impiegato presso una società di servizi pubblici. Appassionato di giornalismo e di lettura.

Il romanzo racconta le vicende della famiglia Donelli che si intrecciano con quelle di una misteriosa lettera che uno strampalato postino non riesce a recapitare. Un viaggio nella miracolosa quotidianità dei caffè al Solito bar di nome proprio, tra gli odori, i rumori e le abitudini che fanno da cornice al riscatto di Siria e Carlo e al rigenerarsi dei loro sentimenti. Ma la vita è un’eterna strada in cui niente è scontato e semplice e le cose non sempre sono come sembrano. È una strada che racconta il vuoto che ognuno ha dentro di sé e contro cui si combatte quotidianamente nel tentativo di riempirlo.

1) Benvenuto Giancarlo, innanzitutto devo chiederti da dove nasce la tua passione per la scrittura.

Questa passione viene da lontano, sin dall’infanzia, a cavallo tra I tre moschettieri e il libro Cuore. Da bambini l’istinto orienta in maniera inevitabile la nostra indole. Per proseguire, poi, con le mie collezioni di testate giornalistiche degli Anni Ottanta, periodo fulgido per l’editoria italiana. Nel libro La Strada laterale viene menzionato un racconto definito del marinaio che trae spunto da un mio scritto iniziato in gioventù e poi andato perduto.

2) Il tuo romanzo d’esordio si intitola “La strada laterale”, titolo molto evocativo ed intrigante. È un viaggio nei sentimenti di un gruppo di persone accomunate da uno stesso destino e da eventi che li metteranno a dura prova. Come nasce l’idea per questo esordio letterario?

Il titolo evoca effettivamente un percorso che è quello metaforico della vita. Attraversiamo strade comode, bei panorami ma anche improvvisi vicoli ciechi. La strada laterale si frappone tra di essi e forse non diverrà mai la strada dei nostri sogni, ma potrà evitare di trasformarsi in un vicolo buio. È corretto parlare di un gruppo di persone perché anche nei personaggi minori si cerca di evidenziare il loro vivere intermedio e la frammentarietà delle gioie. Il romanzo lo definisco nato da alcune lacune. E quella per la scrittura è una di queste. Amata, abbandonata e risorta. Il secondo vuoto che ha ispirato il libro è riconducibile ad un aspetto intimistico legato alla perdita di una persona cara, un evento improvviso e doloroso che ha generato unforte impulso emotivo e allo stesso tempo riflessivo sulla vita. Un ruolo significativo è stato anche il desiderio di osservare e di meditare sulle possibilità che abbiamo di colmare questi vuoti che si creano nel corso del cammino della vita.

3) Tu parli di destino, di coincidenze, di fortuna, di volontà. Un proverbio arabo dice: “il destino ti aspetta sulla strada che hai scelto per evitarlo”. È davvero così? Il destino è ineluttabile?

E quanto influisce sulle vite umane?

Una delle riflessioni più interessanti, credo, sia proprio quella legata alla forza del destino. Si potrebbe dire che siamo di fronte ad una sorta di dualismo tra il destino e la volontà. Risolvere questo enigma non è certo semplice. Rimane sempre un mistero. Sicuramente il destino incide in maniera differente sulla vita di ognuno,forgiandodi conseguenzale scelte. Ma per ognuno di noi rimane pur sempre un margine entro cui agire con la propria volontà. Tutti dovrebbero avere la possibilità di sbagliare.

4) La copertina del libro è molto bella, con la lettera e il timbro postale. Fa già immaginare il tragitto che compirà. Raccontami cosa c’entrano le missive con il tuo romanzo e chi è Marco il postino?

Bellissima questa domanda. La lettera rappresenta la corrispondenza che ha un ruolo fondamentale nella vita. Tra innamorati, amici ed affetti familiari. Le connessioni emotive. Potremmo dilungarci dicendo quanto oggi ci manchi sostituita da strumenti diversi e più immediati. Ad un certo punto del libro si genera una riflessione importante sul tepore addirittura terapeutico che possono avere le parole contenute nelle missive. Le parole che conquistano e che tengono compagnia. Lettere d’amore e contro la solitudine. Nel romanzo è anche la parte misteriosa e forse intrigante della storia. Come misteriosa e ambigua diventa la figura di Marco,il latore della corrispondenza. In merito a questo personaggio vorrei poterlo definire come una parte del romanzo che rientra nell’aspetto della percezione del lettore e della sua autonomia interpretativa.

5) “La strada laterale” rende partecipe il lettore sin dall’inizio. Si troverà coinvolto fra la realtà e le disillusioni dei protagonisti. Nella tua scrittura quanto è importante sorprendere chi ti legge?

Sicuramente mi piace che il lettore possa sorprendersi in maniera positiva dalle vicende raccontate e si appassioni allo stesso tempo ai personaggi. Cercare una originalità nella scrittura e nelle dinamiche di un romanzo è un intento fondamentale. A volte leggendo un libro iniziamo a sperare che la vicenda vada a finire in un certo modo e invece ci troviamo di fronte a delle svolte impreviste. Questo,però, finisce per creare un impatto emotivo verso il racconto molto forte.

6) Ho notato una notevole vena poetica in questo romanzo attraverso descrizioni dettagliate e minuziose di luoghi, sentimenti, persone, odori, sapori, sensazioni. La poesia è parte integrante della tua visione letteraria. Quanto la influenza?

La poesia è frutto di sensibilità e capacità di osservazione. Di predisposizione. Come riuscire a seguire una goccia di pioggia durante un acquazzone. Io, in realtà, cerco in maniera ostinata di rifuggire da essa attraverso l’ironia e il realismo ma poi me la ritrovo improvvisa e risoluta che si insinua nelle frasi. La parte poetica credo sia molto frutto di istinto, difficile da costruire. La devo accettare come viene.

7) Sei già al lavoro su un nuovo romanzo? E se sì, quali gli argomenti che vorrai trattare?

La strada laterale ha generato oltre alla soddisfazione per la pubblicazione una sorta di responsabilità verso me stesso. Quella di non abbandonare di nuovo questa passione. In questa fase direi che “mi metto in gioco” attendendo innanzitutto la risposta della critica e dei lettori. Appena completato il libro, forse sfruttando un momento di fervore propizio, ho iniziato un nuovo racconto. I suoi progressi tra periodi di fecondità e di incostanza hanno animato qualche lieve ed evidente battito che ha bisogno ancora di notevole linfa per venire definitivamente alla luce. Credo che sarà una storia molto diversa rispetto a La strada laterale. Un po’ romanzo di formazione, nel quale alcuni eventi dell’infanzia contribuiscono a far modificare la visione della vita al personaggio. Il progetto principale spero sia quello di riuscire a dedicarmi sempre maggiormente alla scrittura.

Ringrazio Giancarlo Dell’Angelo per l’intervista.

Questo è il link di acquisto del romanzo.

“LA STRADA LATERALE”, IL ROMANZO D’ESORDIO DI GIANCARLO DELL’ANGELO: INTERVISTA ESCLUSIVA