di Marco Ehlardo.
Fosse per me chiuderei al traffico tutta la città.
Una grande ZTL da Fuorigrotta a San Giovanni, dove muoversi solo in bici o coi mezzi pubblici.
So che non tutti sono d’accordo, ovviamente, ma a volte si sbagliano.
Ricordo quando chiusero al traffico via Scarlatti al Vomero; i commercianti misero le barricate e preannunciarono la morte degli esercizi commerciali sulla via.
Credo che oggi sarebbero i primi ad opporsi ad una riapertura, visto il successo di quell’operazione.
Altra cosa però è quello che sta succedendo con le nuove ZTL, quella di Piazza Dante e di Chiaia ad esempio.
In linea di principio sono ovviamente favorevole, ma quello che manca è l’analisi del contesto in cui si inseriscono queste decisioni.
Mi ricorda un po’ il Centro Direzionale, nuovo ed avveniristico, che avrebbe dovuto cambiare il contesto intorno ad esso e che invece negli anni si va conformando esso stesso al disastro urbanistico in cui è inserito.
Ecco, il problema è più o meno lo stesso. Possiamo anche chiudere al traffico tutta la città, ma lo potremo fare quando il sistema dei trasporti pubblici sarà all’altezza. Con un parco bus vecchio ed insufficiente, una metropolitana dei tempi dei Borbone ed una nuova con corse sporadiche e poco capillare, muoversi in città è una gimcana.
Ne ho avuto l’ennesima riprova stamane.
Dovevo andare dal centro, via Medina, al Vomero, Piazza Quattro Giornate.
Ho evitato come la peste il nuovo tratto di metro da Piazza Borsa a Piazza Dante, che ci mette pure mezzora tra attese e percorrenza per un tratto che a piedi si fa in 10 minuti.
Mi reco allora alla fermata del bus a via Medina, ma il primo utile per Dante è previsto dal display dopo 25 minuti.
Ergo mi avvio a piedi ed in 10 minuti sono a Dante ed entro in metropolitana.
Quando arrivo sul binario già il display annuncia il prossimo treno dopo 15 minuti; a Roma e Milano non ho mai atteso più di 2 o 3 minuti.
Passano i 15 minuti e nulla accade. All’improvviso una voce concitata all’altoparlante ci annuncia che ci sono problemi e la circolazione è temporaneamente sospesa. Passano altri 10 minuti e ci avvisano che bisognerà attenderne almeno altri 20.
A questo punto sono costretto a risalire per avvisare le persone con cui avevo appuntamento. Ovviamente a piedi, perché erano guaste anche le scale mobili e gli ascensori.
Riscendo e dopo i 20 minuti previsti finalmente si parte. Totale dell’attesa: 45 minuti!
Ai miei amici fuori della Campania voglio dire che non è sempre così ovviamente, ma non succede nemmeno tanto di rado.
Se poi avessi provato a prendere un bus non ne parliamo nemmeno. Di solito si viaggia come su un carro bestiami, ed in queste condizioni, oltre alla scomodità, si corre il continuo rischio di essere borseggiati (a me è successo già 3 volte).
Questo è lo stato della mobilità pubblica a Napoli. Dopodiché sono d’accordo che nelle proteste contro la ZTL si sono saldate le parti peggiori della società, e che è necessario aprire spazi cittadini liberi dalle macchine.
Ma prima dobbiamo affrontare il problema di come ci si arrivi, e di come spostarsi da una parte all’altra della città senza doversi necessariamente prendere un giorno di ferie.
Non ci sono i soldi?
E allora i 16 milioni per il Forum delle Culture fantasma investiamoli in questo; oppure tagliamo le inutili 10 Municipalità; o ancora mettiamo una piccola patrimoniale su chi è straricco e si muove in città sui SUV ammorbandoci l’aria e la pazienza.
Rivoluzione arancione, se ci sei batti un colpo.
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