Lady in the city: “Prima pagina”

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Lady in the city: "Prima pagina"

Lady in the city

Rubrica di Eliana Iuorio

Può capitare di trovare quel cornetto ai cereali e miele che hai tanto cercato.
Può accadere in un posto lontano dalla tua città, in uno di quei tanti “non luoghi” disseminati lungo le autostrade.
Hai imposto a te stessa di non apprendere notizie, fino al rientro a casa.
48 ore di completo relax: niente cellulare, niente internet, niente informazione, niente di niente.
Isolata.

Può succedere che dopo 7 minuti trascorsi a scegliere caramelle, in quei contenitori accanto alle casse, ingegnosamente sistemati per indurti ad acquistare, qualcosa ti dica di girarti.
Può accadere che il cornetto ti cada dalle mani, per finire in terra.
Ultimo esemplare assolutamente non replicabile, in quel posto ed a quell’ora.

Pensi al terremoto che avrà scosso gran parte della popolazione della tua zona; alle macerie, alla voglia di riscatto e giustizia delle persone.
Immagini i tuoi conterranei interrogarsi.
E’ una “prima pagina”.

Venerdì 18 novembre, Melito (Na).
Un blitz di quelli “epocali”, porta ventinove persone davanti ai magistrati.
Uomini.
Pensi a chi nasce in zone “difficili”, dove talvolta, per colpa di un sistema teso a non proteggere il più debole, vive un’esistenza border line: tra illegalità e correttezza.
Pensi che un sindaco, un notaio, un amministratore, un imprenditore.. abbiano tutte le possibilità, per rispettare le regole. Nessun alibi, per comportarsi diversamente.
Con loro, il destino è stato benevolo.

Ed invece te li ritrovi così, in prima pagina.
Indagati per aver favorito la camorra, nell’affare del mattone: per aver trattato, con la criminalità organizzata. Volontariamente.
Un impero di dieci milioni di euro, quello del “Parco Primavera”.
588 immobili sequestrati dai magistrati della Dda partenopea, coordinati dal Procuratore Aggiunto Alessandro Pennasilico; beni – secondo la Procura – costruiti con i capitali da illecito mafioso del clan Di Lauro, che facevano scorrere in questo modo fiumi di liquidità nel tessuto cittadino, ripulendola, a conclusione delle vendite, dal lordume che la ricopre.

Lottizzazione abusiva, falso in atto pubblico e truffa: i reati contestati.
E meglio di un film, nel continuare a leggere quella notizia vedi scorrere i protagonisti di questa realtà.
Il tecnico comunale che fa finta di non vedere; una delibera che si ritiene illegittima, emessa dalla Giunta comunale presieduta da uno dei sindaci implicati nella vicenda (avrebbe dovuto occuparsene anche il Consiglio); il notaio che predispone gli atti necessari al buon fine delle operazioni; le imprese edili in odore di camorra, chiamate a lavorare in violazione del piano regolatore.
Professionisti, politici, camorra.

Nessuna minaccia, nessuna costrizione, nessuna necessità: solo sete, di potere e denaro.
Questi uomini avrebbero potuto dire no; avrebbero potuto e dovuto fare scelte di rispetto, nell’interesse esclusivo del Bene comune.
E invece ne ritrovi i nomi e le “gesta”, tristemente in prima pagina su un quotidiano, un sabato, lontano da casa.

Mentre la città si sveglia ogni giorno di più con l’amaro in bocca, i magistrati proseguono gli interrogatori.
La verità è qui, ad un passo da noi.