Lady in the City- Vsv Lab: La moda che fa stare bene

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Lady in the City- Vsv Lab: La moda che fa stare bene

La creatività e l’ingegno di una giovane donna vesuviana al servizio dell’Ambiente, nel dar vita ad una moda gioiosa, colorata e circolare.

Ho incontrato Vittoria Miranda grazie ad un laboratorio organizzato da lei, in collaborazione con il Comune di Terzigno (Na), al Museo MaTT. Sapete già, quale significato abbia la parola “Bellezza”, per me e quanto abbia a che fare con la luce e l’energia che ciascun* tra noi emana all’esterno; quel sentimento di benessere che coinvolge ogni essere senziente, a contatto con chi vive ed agisce con serenità, equilibrio, giocosità. Vittoria è una Donna illuminata, madre di un Progetto d’impresa geniale e accattivante, che mi ha “rapita” a tal punto, dal volerne scrivere qui per voi, su RoadTv Italia. Un’imprenditrice che con i fatti, con il suo operato quotidiano, combatte per l’ambiente e crea un importantissimo argine preventive, contro i roghi di quella terra dei fuochi di cui tristemente sappiamo.
Ri-utilizzare tessuti, re-inventare gli abiti invenduti e dar loro nuova vita, una seconda possibilità mantenendo l’alta qualità tessile del prodotto così come pensato in origine.
Personalmente adoro i colori, la fattura e le forme di questi“gioielli”; ciascun pezzo è unico: ripensato e lavorato con pazienza, passione ed altissimo ingegno, grazie all’opera di sapienti artigiani. Il risultato è pura Bellezza, da sentire al tatto, da esplorare con lo sguardo, in quel connubio magico, antico ed eterno che ci connette gli uni agli altri e con essi alla grande Madre Terra, nel rispetto di ogni sua forma. VSV LAB è questo e tanto altro ed è attraverso il racconto di Vittoria Miranda, per questa intervista, che potrete scoprire il mondo meraviglioso che vi si cela.
Moda, made in Italy e sostenibilità e tutto questo, nato sulla terra nera e fertile alle pendici del Vesuvio.

 Parlami di Te, Vittoria: dei tuoi ricordi e sogni di bambina

Sono nata e cresciuta tra le “pezze” della fabbrica di famiglia: mi ci arrampicavo e nascondevo, per giocarci a nascondino con i miei cugini, quando ero veramente molto piccola. Ho sempre immaginato di voler lavorare tra tessuti e vestiti, non mi sono mai immaginata altrove, come se nel mio immaginario un’alternativa non esistesse, volevo fare quello che faceva papà.

Ho studiato Scienze della Moda e del Costume all’Università La Sapienza di Roma: al tempo l’unico indirizzo in Italia che mi permetteva di studiare moda senza per forza intraprendere un percorso tecnico d’accademia, in quanto la mia ambizione non è mai stata quella di diventare una stilista, bensì di stare dietro le quinte ad “organizzare”, indiscutibilmente influenzata dall’immagine dell’imprenditore-padrone che sceglie e gestisce tutto, in un’azienda. Dopo qualche anno nell’azienda di famiglia, ho deciso di proseguire gli studi con un Master in Luxury& Fashion Management, questa volta a Milano, al Sole24ore, esperienza illuminante dal punto di vista delle mille possibilità che la moda offre di “fare moda”. Era il 2016 e lo stesso Vintage, oggi molto più apprezzato rispetto a prima, si proponeva già come valida alternativa al consumismo inconsapevole del fast-fashion.

Dopo ogni esperienza sono sempre tornata a casa, vincolata dal lavoro di famiglia ma anche spinta dalla volontà di apportare novità, anche se solo a livello organizzativo. Tuttavia il nostro territorio ed il suo modo di fare impresa non sono mai stati, ahimè, così tanto aperti al cambiamento, causa una mentalità insita e tramandata dalle precedenti generazioni oltre che tutta una serie di forti concessioni tra cliente e fornitore, come per esempio l’eccessiva e incontrollata velocità con la quale si producono campioni non destinati alla vendita ma al semplice s-difettamento.

Come nasce VSV LAB?

VSV Lab nasce alle pendici del Vesuvio e si fa portavoce di tre fattori fondamentali: moda etica, territorio e sostenibilità. Si propone per risolvere un problema comune a tutte le fabbriche di abbigliamento: le rimanenze di magazzino, cioè non solo merce invenduta o fallata ma anche e soprattutto campioni.

La risposta di VSV è il ri-posizionamento online di questi prodotti per concedere loro una seconda possibilità.

Mi piacerebbe tanto sensibilizzare le persone su questo argomento e dimostrare che “invenduto” non è sinonimo di scarsa qualità o di basso livello. Circa il 30% delle risorse tessili viene persa pre-consumo, cioè prima ancora di arrivare alla vendita, tra queste risorse figurano i campioni. Ma che cos’è un campione? Questo non è altro che un prototipo, il primo nato di qualsiasi capo di abbigliamento voi stiate indossando adesso, che in quanto tale non è destinato al mercato, perché potrebbe non essere mai stato scelto in fase di vendita oppure potrebbe presentare dei difetti, per esempio: una manica lunga 20cm invece che 25, oppure una vestibilità troppo ampia, o troppo stretta. Questo fa di un campione un capo inutilizzabile? Niente affatto, anzi unico. Spesso questi capi giacciono nei magazzini a prendere polvere per anni interi e poi finiscono per essere stoccati o peggio ancora bruciati. La proposta di VSV Lab è quella di dare una reale possibilità a questi capi che non sono mai arrivati sul mercato e che per questo sono pezzi unici, oppure che sono stati riprodotti ma con la manica più lunga, o più corta.

L’altro obbiettivo di VSV Lab ha una vena più creativa e sperimentale: fare Upcycling.

Un fenomeno nuovo in Italia, meno in America o nel resto dell’Europa, che sta prendendo piede nel campo dell’abbigliamento ma che già si effettua con materiali plastici o metallici. Consiste nel dare una vita a prodotti che altrimenti sarebbero finiti al macero, un nuovo uso, una seconda possibilità. I capi invenduti, i difettati o gli stessi campioni verranno smontati, riassemblati e personalizzati in maniera creativa, acquisendo non solo una nuova vita ma anche maggiore valore, dei capi figli d’arte. L’upcycling sarà protagonista dei laboratori e dei workshop organizzati nei luoghi più belli e ancora poco esplorati del vesuviano, quali il Museo Matt di Terzigno, già sfondo del primo evento di presentazione di VSV Lab, durante il quale ho notato la partecipazione attiva e divertita di tutti i partecipanti, o ancora il museo Emblema o lo stesso Parco Nazionale del Vesuvio, luoghi che saranno teatro di una serie di appuntamenti durante i quali mi piacerebbe non solo trasmettere una sorta di “educazione sartoriale”,ma soprattutto dare la possibilità concreta, a chi ovviamente interessato o incuriosito, di prendere parte alla rivoluzione della moda sostenibile, circolare, etica e contemporaneamente dare visibilità ai meritevoli luoghi del nostro territorio.

Importanza del riuso per la salvaguardia del Pianeta

Recentemente e-bay ha ufficializzato il lancio di una nuova piattaforma e-commerce:“Imperfects” sulla quale vengono venduti capi difettati, e quindi imperfetti, ma non per questo inutilizzabili, in quanto come già accennato come nel caso dei campioni, il difetto potrebbe essere la mancanza di un bottone, che rende il capo non idoneo alla vendita a prezzo pieno.

Ogni 5 minuti nel mondo si producono 1 milione di capi d’abbigliamento, ogni anno la moda riversa 0,5 milioni di tonnellate di microplastiche negli oceani e utilizza 38 milioni di ettari di terra per bruciare o depositare rifiuti tessili e capi anche nuovi, cartellinati.

Perciò, piuttosto che continuare a tentare di rivoluzionare un modo di fare impresa che è pluridecennale, scelgo di intraprendere una nuova strada, di presentare VSV lab come uno strumento che può aiutare le aziende nello smaltimento delle rimanenze di magazzino, che di conseguenza contribuisce a ridurre l’impatto ambientale di questo settore che ogni anno produce una notevole quantità di rifiuti tessili.

VSV Lab farà dell’anti-spreco un suo valore fondamentale con lo scopo di diventare un punto di riferimento per le fabbriche ed i consumatori che saranno felici di far parte della rivoluzione etica e green della moda nei Paesi Vesuviani.

Qual è il tuorapporto con la Moda e quali, le tueaspirazioni?

Sono un’appassionata e in quanto tale, nel futuro, non mi vedo lontana dalle pezze e dagli spezzi di tessuto ma qualcosa è cambiato: ho questa nuova percezione che nessuno abbia bisogno di un nuovo brand di moda, a meno che questo non si distingua dal punto di vista etico. Il settore è saturo, l’industria produce troppo e troppo velocemente e noi non siamo nemmeno troppi a sufficienza da far fronte a quest’offerta.

VSV Lab non è un nuovo fashion brand, anzi si impegna per proporsi protagonista di una moda più circolare, meno sovraproduttiva, più attenta. E lo considera fattibile grazie ad un valore intrinseco della moda stessa, la ciclicità. In quanto tale la moda consente di tornare al passato con fierezza ed entusiasmo, allora perchéprodurre qualcosa che già c’è?

Come si può darle torto? Il mio invito di Lady è nel seguire Vittoria, sia su facebook, che su instagram e stare attenti alle prossime iniziative-laboratorio. Il mio consiglio, poi, è nel seguire questo suo e-commerce in partenza ed acquistare questi capi meravigliosi; fare acquisti consapevoli ed etici, fa bene al Pianeta ed acquistare capi di grande sartorialità, dai colori vivi e decisi e dalla pregevole fattura (lontano dalla smania incontrollata dell’acquisto e dalla scarsa qualità della fast-fashion), non potrà che apportare benessere anche alle nostre vite.
Un abbraccio fortissimo a tutt* Voi ed al prossimo appuntamento, con la vostra Lady in the city!