Si intitola “Lakota Blues” l’ultima fatica musicale del chitarrista Antonio Onorato. Otto tracce di sonorità blues e jazz mischiate con quelle dei Nativi Americani, fanno da filo conduttore al nuovo album disponibile in cd e su tutte le piattaforme digitali.
“Lakota Blues” è un mix di “chitarre elettriche crunch e distorte, ma anche l’immancabile breath guitar, che rimanda ai suoni ancestrali ed etnici del flauto dei pellerossa, caratterizzano fortemente il sound di questo mio nuovo lavoro discografico” – spiega il chitarrista e compositore.
“Questo album – continua Onorato – nasce dalla mia grande passione per il blues e per i Lakota, un grande popolo che fa parte delle tribù americane delle grandi pianure, ma al tempo stesso è un ritorno alle origini perché sono cresciuto musicalmente ascoltando rock e blues, i miei miti quando ho iniziato a suonare erano Jimi Hendrix ed Eric Clapton, e proprio a quest’ultimo ho dedicato un brano per quello che io considero il più grande chitarrista di blues e rock di tutti i tempi”.
L’album è stato presentato nel corso di un evento tenutosi venerdì 27 gennaio presso le Sale di Santa Maria La Nova, 43 a Napoli, organizzato con la collaborazione della Città Metropolitana di Napoli, dell’Associazione Culturale Premio Elsa Morante e 3C, il coordinamento dei comunicatori di cultura.
“Antonio Onorato rappresenta un unicum nella produzione musicale italiana, racconta delle storie antichissime e lo fa attraverso la musica e questa sua chitarra particolarissima, non appartiene a un genere, ma è un genere musicale” – ha sottolineato nel corso della presentazione la giornalista, Tiuna Notarbartolo.
Le fa eco Antonio Parlati, direttore della RAI di Napoli, che intervenendo all’evento ha dichiarato: “Antonio Onorato è un grande artista che ha ancora ha la voglia e il desiderio di sperimentare e di pubblicare dischi, cosa che succede sempre più raramente”.
Antonio Onorato ha una carriera artistica trentennale nel mondo della musica. È uno dei pochi italiani ad aver tenuto un proprio concerto al Blue Note di New York, tempio storico del jazz internazionale. L’utilizzo della breath guitar e il fraseggio jazz “napoletano” lo rendono unico nel panorama musicale mondiale.
Musicista eclettico, spazia dal jazz-rock, alla world music, fino alla composizione per orchestra. Studioso di etnomusicologia, la sua ricerca si basa sulla fusione degli stilemi armonico-melodici del linguaggio della musica napoletana con la musica afro-americana, medio-orientale e brasiliana che lo hanno portato ad individuare un linguaggio del tutto personale. Ambasciatore della cultura italiana all’estero, ha portato la propria musica “italiana” in tutto il mondo, suonando in Cile, Brasile, Stati Uniti, Messico, Angola, Uganda, Marocco, Tunisia, Iraq, Turchia, Inghilterra, Danimarca, Svizzera, Albania, Slovenia.
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