‘L’Altro MANN’, un progetto in progress di restituzione alla collettività dei tesori che ‘vivono’ tra ‘Sing Sing’, e le Cavaiole
Ecco ‘L’ Altro MANN’ , inno alla bellezza di Pompei: non è una semplice mostra quella che ‘libera’ dai depositi dell’Archeologico di Napoli circa sessanta tra opere e reperti, provenienti dalle città vesuviane sepolte, poco o mai visti. Ma un progetto in progress di restituzione alla collettività dei tesori che ‘vivono’ tra ‘Sing Sing’, (il celebre deposito del sottotetto con sbarre simili a quelle di un carcere) e le Cavaiole, spesso in viaggio per il mondo.
”L’Altro MANN è anche una straordinaria campionatura della parte ‘rimanente’ del nostro patrimonio museale, che vogliamo sia sempre più valorizzata e condivisa non solo attraverso esposizione ma anche con la ricerca scientifica, l’apporto del digitale, la creazione di open data – spiega il direttore Paolo Giulierini – Il lavoro sui depositi in questi anni è stato incessante e continua: a partire dal riordino e la messa in sicurezza, anche in chiave antisismica. Il nostro obiettivo è la fruizione pubblica più larga possibile, l’idea conclusiva è espandere gli stessi depositi in altri luoghi della città”.
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Dalle tre sale degli Affreschi l’esposizione si allargherà a partire da settembre nella sala del Plastico. Già visibili straordinarie suppellettili e arredi : c’è uno scaldaliquidi a forma di cinta muraria, un tavolino pieghevole simile a quelli nelle case di oggi, una cassaforte, candelabri, armi dei gladiatori, ornamenti ai quali si aggiungeranno tessili , ori, commestibili.
Il percorso, curatrici Laura Forte e Marialucia Giacco, si apre con una serie di meraviglie: un cratere a volute con corteo bacchico in marmo, un sgabello con maschere e motivi vegetali. Adornavano gli ambienti esterni bocche di fontana bronzee con pescatore e Amorino e oca ( della Fontana Piccola), con satiro che regge un otre (Casa del centenario) e con Amorino e delfino; e ancora gli oscilla in marmo (decorazioni sospese). Tante le curiosità: da una pelvis (bacino per le abluzioni) proviene l’applique bronzea di una giovane che si lava i capelli.