Il 5 maggio alle ore le 17.30 nella Sala Grande dell’Istituto Fratelli Maristi, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del libro “L’anticamera dell’Inferno” della scrittrice Silvana Russo. Un libro che non è un semplice libro ma un documento, che racconta di Giugliano con estrema semplicità ma veridicità; più di un trentennio di mala politica, di connivenze camorristiche, di soprusi, di giochi che hanno portato nel 2013 al commissariamento del Comune per infiltrazioni camorristiche.
Proprio così, un comune che vanta 130 mila abitanti per 94 chilometri di terra dove il clan Mallardo ha fatto ciò che ha voluto, gestendo l’amministrazione attraverso persone – “al di sopra di ogni sospetto“- avvelenando ed accogliendo, come il ventre di una madre gravida discariche legali oltre a quelli illegali. Senza dimenticare l’abusivismo edilizio, i Rom, la criminalità comune ed i morti ammazzati, vittime innocenti di una camorra che non condividevano.
Il racconto di un paesello, Giugliano, che è passato da essere Campania Felix ad epicentro della Terra dei Fuochi, dove non si fa altro che continuare ad essere omertosi, a non voler guardare ed ascoltare, perché è facile dire di non aver saputo che si sversava, ed oggi non sapere chi brucia i rifiuti che continuano ad avvelenare quello che era uno dei territori più fertili in assoluto, un territorio che gli antichi Romani scelsero per poter vivere meglio.
Giugliano oggi è ancora il risultato di quella mala politica, di quella che è stata ed è, connivenza tra amministrazioni, clan Mallardo e tutte relazioni con i Casalesi. Una Giugliano dove anche la politica, a detta dei tanti pentiti, e coreografata e diretta dalla camorra. Dopo sindaci rieletti e non, collusi o meno nel 2013 il Consiglio dei ministri ha commissariato il Comune di Giugliano.
Ma forse alla stampa non interessa ciò che viene raccontato ne L’anticamera dell’Inferno?
Ed è in questa città, nell’Istituto Maristi, che ha dato figli illustri come il magistrato Raffaele Cantone, oggi Presidente dell’Anticorruzione (Anac) si è parlato, alla presenza di chi ha scelto d’intervenire alla presentazione del libro della scrittrice Silvana Russo, che era essenzialmente rivolta alla cittadinanza, ai rappresentanti ed ai dirigenti scolastici degli istituti locali, alle associazioni territoriali ed in particolare alla stampa.
Con la volontà di sensibilizzare l’attenzione dei giovani studenti alla storia di un territorio, a ciò “che è stato ed è” l’avvelenamento della nostra terra, descritto nel modo più “vera e crudo” nel libro.
Una Giugliano – quella che Silvana Russo ci regala – “dove gli epitaffi sono i ricordi di un tempo che fu. Una lunga notte interminabile vissuta in un dramma di reminiscenze da Christian, il protagonista di questo romanzo. Un angelo e un cane accompagnano in un susseguirsi di flashback la sua vita nel buio di una notte di pensieri e di scelte. Un dramma esistenziale vomitato da una donna da sempre impegnata, un dramma che è il nostro dramma, dove Giuliano diventa la metafora di una terra di un sunto da cambiare“.
Chi più dei cittadini e dei giornalisti locali avrebbero potuto raccogliere un libro denuncia dello stesso territorio che loro stessi vivono? Come può essere possibile che proprio chi ha il dovere di raccontare ciò che accade in un territorio, dove si sta cercando di scuotere le coscienze, di vincere quell’omertà ancora troppo palesemente viva, non partecipi a quello che dovrebbe essere l’incontro di una Polis? Essere presenti in una sala per essere responsabili e corresponsabili per poter ancora una volta denunciare, oggi più che mai, considerato il momento politico e di candidature elettorali. Cittadini e giornalisti che hanno continuato a voler essere assenti.
Senza considerare quel Noi, che invece servirebbe. Essere uniti per non permettere più a nessuno di oltraggiare la propria terra, di rubare i sogni e la dignità, di togliere e privare i giovani della cultura. Indignarsi per una Giugliano che non ha una libreria ne una biblioteca, che non ha un cinema non ha nulla di “bene comune” se non degli scheletri che sono lì palesemente sotto gli occhi di tutti, e che tutti continuano a far finta di non vedere.
Silvana Russo nel suo libro racconta tutto questo, racconta quello che Giugliano era quarant’anni fa e quello che è divenuta dopo il terremoto dell’80 fino ai giorni nostri. Si racconta un territorio. Senza pietà. Non si chiede pietà, quella non serve, ma si chiede di aprire gli occhi veramente, incondizionatamente senza riserve, riconoscere tutto ciò di cui si ha carenza, tutto ciò che conduce al cancro nei bambini e negli adulti. Si chiede di evitare di fare inghiottire ancora, a questa terra, acidi e veleni, evitare di pensare che un facile guadagno valga più della vita dei nostri figli, finirla di farla usare, stuprare. svenderla e massacrarla.
Liberarsi di chi parla di emergenze che non esistono per “lucrare e mangiare” e soprattutto oltraggiare la dignità di un territorio e del suo popolo. Riappropriarsi della speranza, fare il massimo per poter riscattare un territorio che era chiamato Campania Felix e che oggi è terra di nessuno.
Non possiamo più darla vinta a nessuno.
Hanno partecipato all’evento: l’autrice Silvana Russo, Paola Cipoletta del Presidio di Libera Giugliano “Mena Morlando, Stefania Spisto presidente de Il quaderno Edizioni, Luigi Colucci Commissario straordinario del Comune di Giugliano, Anna Smeragliuolo Perrotta insegnante dei Maristi e la dott.sa Fiorina Casale, Primario Oncologico Pediatrico del I Policlinico di Napoli.