“Le guarigioni nella Bibbia”, il 29 maggio presentazione all’Istituto Salesiano Sacro Cuore

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"Le guarigioni nella Bibbia", il 29 maggio presentazione all'Istituto Salesiano Sacro Cuore

Mercoledì 29 Maggio, alle ore 18 dai Padri Salesiani a Via Scarlatti 29, sarà presentato il libro “Le guarigioni nella Bibbia”, edito da Morcelliana.

Parliamo di alcuni dei temi trattati nel volume con uno dei Relatori: il Prof. Aldo Bova, Primario Emerito Ortopedico e Presidente Nazionale del Forum delle Associazioni Sociosanitarie.

Il tema della malattia che posto ha occupato nella sua attività clinico-assistenziale “sul campo” di Ortopedico in un ospedale partenopeo?     

Un posto preponderante: al centro dell’attenzione dell’impegno clinico-assistenziale c’è stata  sempre la Persona Umana Ammalata. Perché la patologia non è una questione a se stante, ma è  una vicenda, un fatto che  avviene  in una  persona  con una  sua  storia, un suo  carattere, un suo mondo relazionale, una  sua  famiglia.  Questo dato obiettivo ha posto sempre me ed i colleghi   collaboratori a studiare, approcciare la malattia, inquadrandola nella Persona ammalata; in particolare, presso l’ospedale San Gennaro, nosocomio con una grande storia  e con una  grande  tradizione  ,  ed  in particolare in un quartiere di Napoli con grandi  tradizioni partenopee.

Alla luce della sua lunga esperienza come è vissuta la condizione di fragilità dal malato e dalle persone che gli sono intorno?  

Ritengo che il medico, che ha nella sua mente e nel suo cuore il “prendersi cura”, deve  relazionarsi con la  Persona  sofferente  con spirito  di  amorevolezza. Deve mostrare   chiaramente la propensione a cercare di capire l’origine e la caratteristica della condizione patologica, dimostrando nei fatti amorevolezza, misericordia, vicinanza, afflato, tenendoin grande  attenzione  la  famiglia.   C’è nella malattia il pieno naturale coinvolgimento della persona  sofferente e  c’è  senza  ombra  di  dubbio  il coinvolgimento  della  famiglia.  Questo dato vero e  vissuto deve essere conosciuto  dal  medico, che nello studio  della  patologia e del malato  deve seguire e studiare il malato, tenendo  presente  la  realtà  familiare,  che vive la sofferenza in sintonia col malato  affidato al medico. Non comprendere questo dato, significa porsi in una condizione sfavorevole al  fine di risolvere  la  patologia e  la  sofferenza in campo. La fragilità, dal malato e  dalla sua  famiglia,  viene vissuta  con ansia e  grande preoccupazione se  non ci sono  medici che  prendono in carico in toto paziente e famiglia; quando  ci sono medici e staff di curanti che si “prendono cura” di malato e famiglia  si  genera  serenità e speranza.

Che tipo di impegno caratterizza il Forum da Lei presieduto?    

Il Forum delle associazioni sociosanitarie, che presiedo, ha fra le sue finalità la promozione e la  tutela della  vita – dal suo sorgere al suo termine e  nelle sue  varie  fasi -della  salute, della  cultura, della  dignità, della  giustizia  sociale.   Si adopera molto per favorire la cultura del bello, per la lotta alla diseguaglianza nella salute e nella cultura.  E anche per far sì che si proponga  e  si sviluppi negli studi  di  Medicina  e  nell’attività  del mondo sanitarie la  cultura  della  umanizzazione della  Medicina , sapendo  che  nella  cura  delle  malattie  si stabilisce  un rapporto fra  una fiducia ed una  coscienza.

Un impegno molto intenso viene posto nella preghiera, ritenendola come momento di grande spiritualità e come fase importante e propedeutica allo sviluppo di azioni concrete  alla  luce  del Vangelo.

Atro rilevante settore di attività è quello svolto per la lotta alle diseguaglianze nella salute, che, purtroppo, vanno aumentando sempre più.

Secondo lei per quale ragione sarebbe importante leggere questo libro e a chi sarebbe consigliato?

Leggendo il libro “Le guarigioni nella Bibbia” ho posto attenzione a tanti particolari delle vicende  avvenute e narrate, che  illuminano gli scenari  presentati  e fanno  comprendere  risvolti intimi, personali, psichici, culturali  delle  persone  coinvolte.

Ad esempio si apprende che i contestisocio-familiari di alcune patologie,anche se inquadrati  naturalmente in momenti storici diversi, nel tempo sono stati  sempre  gli stessi.

Leggendo il volume si comprende il valore comunicativo di alcune realtà di vita vissuta e relazionale: penso ad esempio al grande significato del toccare, al valore espressivo e comunicativo delle lacrime, al sentimento della compassione, alla gratitudine che, purtroppo, è di poche persone.

Era così nel passato ed è così oggi.

Ad esempio la figura e la vicenda del Buon Samaritano – così ben rappresentata nel libro –  può essere certamente riferimento obiettivo per portare avanti un Servizio Sanitario Nazionale  fondato su competenza, ricerca, organizzazione e, soprattutto, Umanità’.

Consiglierei questo libro a tutti coloro che vogliono conoscere meglio l’umanità – ed in particolare l’umanità che soffre –  ed a coloro che lavoranonel  campo dello studio e della  cura  delle malattie.