Le lettere a Enrica del Commissario Ricciardi

0
586
Commissario Ricciardi, I giocattoli alla Mostra nell'Archivio di Stato

Maurizio de Giovanni “ritrova” il Commissario Ricciardi e lo fa attraverso le lettere che lui scrive alla sua amata Enrica.

Dalla pagina Facebook di Maurizio de Giovanni il nuovo “incontro” dello scrittore napoletano con il Commissario Ricciardi.

Le scrive.
Ha cominciato sei mesi fa, più o meno.
Ha smesso di parlare a me, come ha sempre fatto, e ha cominciato a scrivere a lei.
Le racconta tutto. Della bambina, per lo più, di com’è, di come cresce: ma anche di quello che gli succede, di casa, del lavoro. Le racconta dei tempi che cambiano, della nuova brutta aria che tira.
E la cosa strana è che le racconta, e quindi racconta a me, un sacco di cose che non sapevo, della sua infanzia, del paese, del collegio e degli studi. Dei morti, naturalmente: un sacco di morti, le loro inutili filastrocche, strofe di un’unica stonata canzone che gli stride nelle orecchie da quand’era bambino.
Così, attraverso le lettere a lei, scopro molte cose di lui che, a pensarci adesso, riempiono spazi vuoti che ho sempre intuito ma dei quali non conoscevo il contenuto.
Le scrive, continuamente. E da un po’ lei ha cominciato a rispondergli, ed è tutto molto più doloroso e inquietante, ma anche tenero, dolcissimo. Lui ovviamente non sente e non sa, ma io sì: e ascolto lei che gli suggerisce come fare, che partecipa al suo dolore, che gli sta vicina come di più è impossibile. Vicina, più di quanto gli sia stata vicina in vita. Gli risponde, ma lui non lo sa.
Mio dolce amore. Così comincia ogni lettera.
Mio dolce amore.
Continuamente. Nella mia povera testa, che dovrebbe occuparsi di altre storie, che dovrebbe pensare ad altro.
Mio dolce amore.
Così, scrive.