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Le recensioni di RoadTv Italia – “La nonna è mobile”, di Rosalia Catapano

Una sorta di prontuario per i neo nonni ma anche un utile sostegno psicologico per i nonni veterani che, nel leggere queste pagine, possono trovare conforto nell’incontrare, almeno virtualmente (come purtroppo oggi è diventato di moda a causa delle necessità imposte dalla pandemia), persone che vivono una condizione simile alla propria.

La condivisione che annienta la solitudine, grazie a tutto quello che l’autrice racconta, non si limita solo al ruolo di nonni ma si estende a tutta una serie di esperienze vissute dalla propria generazione; nei ricordi nostalgici di Rosalia ci sono i campioni di tennis, i cantanti e le canzoni degli scorsi decenni, gli stili di vita di un passato in cui i ruoli sociali e familiari erano certamente meglio definiti … di un passato che riconosceva il diritto alla noia che, pur conoscendone il valore stimolante per la creatività, oggi non si ha il coraggio di far vivere alle nuove generazioni.

I nonni del terzo millennio sono costretti ad ottemperare ad una serie di impegni che richiedono un aggiornamento costante a tutto tondo … e con l’arrivo della Didattica a Distanza il nonno costretto a sostituire il genitore lavoratore è obbligato a delle competenze anche informatiche che, per chi è nato quando il televisore a colori fu salutato come il massimo del progresso tecnologico, non è certo facile. Eppure questo nonno s’impegna fino allo stremo, e non solo perché, ovviamente, per lì istinto naturale di soccorrere i figli. La società attuale richiede ancora dopo i 60’anni un fisico ed una mente aperta pari a quelle che le generazioni precedenti mostravano a 40! Che faticaccia!

Senza voler considerare l’obbligo di continuare ad essere produttivi perché l’assestamento economico delle ultime generazioni, quando fortunatamente si raggiunge, avviene purtroppo ad un’età sempre più avanzata.

Certamente vivere la “Nonnitudine” è un’impresa ardua ma, grazie alle dritte date in questo libro con ironia e leggerezza, si potrà procedere allegramente aprendosi a tante piccole e grandi ricompense emotive! Questo è in sintesi il messaggio che nonna Rosalia offre ai suoi lettori.

Sicuramente il suo esempio di donna colta, aggiornata, ricca di interessi che nonostante l’essere piombata totalmente nella “Nonnitudine”, riesce ancora a scrivere libri e a leggerne tanti come nel passato (e tutto questo appare chiaramente dai racconti di “La nonna è mobile”), è un esempio stimolante per tutti i nonni.

Con l’ironia che ti contraddistingue, anche attraverso note autobiografiche, offri una tracciato dell’evoluzione del ruolo dei nonni nell’ultimo secolo. In base alla tua esperienza personale, ci illumini su quanto sia difficile oggigiorno riconoscere e rispettare i confini tra il ruolo di genitore e quello di nonno?

Credo che rispettare i confini sia in assoluto una delle maggiori sfide esistenziali che ogni individuo è chiamato ad affrontare. I confini, in genere, non piacciono. I confini in qualche modo limitano il nostro ego, e in questa epoca storica sembra che l’ego di tanti sia particolarmente sviluppato. E non mi riferisco solo ai rapporti tra nonni/figli/nipoti, ma a tutti i rapporti sentimentali. L’incapacità di rispettare i confini è una delle componenti di quelle dinamiche patologiche che si sviluppano nelle coppie, e che a volte sfociano in vere e proprie tragedie. Ma, visto che mi chiedi ironia, non è il caso di affrontare argomenti così dolorosi. Parliamo di temi più leggeri. Parliamo per esempio della televisione, che io nel mio libro ho chiamato la Grande Intrattenitrice, Questo apparente innocuo elettrodomestico invade quotidianamente le nostre case e le nostre vite e in molti siamo incapaci di mettere un confine.

Scusa, devo interromepere, sta per iniziare Il posto al sole… (mezz’ora dopo)

Tornando a noi. Questa piccola pazza cosa chiamata amore e che irrompe nella nostra vita quando diventiamo nonni in un periodo in cui con buona probabilità la nostra vita scorre un po’ sotto tono, ci conduce inevitabilmente a fare un sacco di errori; dobbiamo imparare a essere saggi. Abbiamo l’età giusta per esserlo, non abbiamo scuse. Ragione e sentimento. Questa sarebbe la miscela perfetta per evitare conflitti armati. Semplificando, i genitori devono fare i genitori e i nonni devono fare i nonni.

– I nonni e la nuova scuola … mi riferisco alle competenze informatiche richieste attualmente dalla DAD e quindi anche ai nonni coinvolti ancora di più nella vita dei nipoti a causa della pandemia, cosa ci racconti in merito?

Per mia grande fortuna, sono nonna di un bambino che non ha ancora compiuto un anno. questo mi mette e lo mette al riparo dai problemi di questa scuola tanto snaturata dalla pandemia, una scuola che si deve reinventare così in fretta che non tutti riescono a stare al passo.

Ci vuole un po’ di creatività. Da parte di tutti. Premetto che molti nonni del terzo millennio hanno buone conoscenze di informatica, e quindi potranno agevolmente aiutare i nipotini con la DAD. Ma, quello che potrebbe essere interessante, per lo meno per quei nonni che abitano con i loro nipotini o che comunque li incontrano di frequente malgrado il lockdown, è utilizzare il maggior tempo a disposizione, tempo prima dedicato alle varie attività dei bambini, sport, feste e altro, per leggere insieme, per vedere insieme un bel film, per costruire un bagaglio di interessi culturali nei bambini che secondo me possono solo arricchire e integrare tutto quello che si apprende a scuola. Ora in rete si possono reperire bellissimi documentari sugli animali, sui grandi eventi della storia, si possono visitare in filmati molto ben fatti paesi lontani e perfino musei. Si può visitare virtualmente una pinacoteca o assistere a un balletto. I nonni potrebbero essere preziosi alleati nella crescita intellettuale e culturale dei loro nipoti, naturalmente assecondando le inclinazioni e preferenze di ogni bambino.

Le nonne del terzo millennio, come dichiarano gli stessi bambini, sono tutte bionde e aggiungerei anche fortunatamente per lo più tutte giovanili; da 1 a 10 quanto dona in questo la “nonnitudine”?

La “nonnitudine” è ovviamente una sferzata di energia, una vera e propria iniezione di vita e di vitalità nella nostra esistenza. Non può che fare bene, quasi come un elisir di giovinezza.

Ma io l’idea delle nonne tutte bionde e giovani non è che la preferisco. Penso che sia utile per la crescita di un bambino che impari sin da piccolo ad apprezzare altre qualità nelle persone, che si affezioni alle imperfezioni e alle debolezze. Tanto siamo tutti fragili e imperfetti, nonni e nipoti, giovani e vecchi. E questo è il tragico e il bello dell’essere umani.

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Marina Topa

Insegnante di lingua e letteratura francese. Per caso ha conosciuto il "Pianeta Infanzia" e si è con slancio catapultata nella scuola dell'Infanzia dove, sempre per caso, ha scoperto di amare la scrittura.

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