Tante sono le stelle che incantano la famosa soap Un Posto al Sole, e tra queste una in particolare (che brilla costantemente ormai da 29 anni) è senza alcun dubbio Marzio Honorato, un vero e proprio pilastro del cinema e del teatro nazionale. Un vero e proprio amico di famiglia per tutti noi si può dire, fin dal 1996 ci fa compagnia ogni sera grazie al personaggio di Renato Poggi che interpreta con grande maestria, ironica ma al contempo profonda, e grazie a cui ha conquistato milioni di spettatori, diventando uno dei volti più amati della televisione italiana. Un attore a tutto tondo, è riuscito a farsi amare da tutti non solo per battute divertenti (ricordiamo i celebri sketch con Patrizio Rispo alias Raffaele Giordano), ma anche per la sua capacità di dare risalto ad alcuni temi socialmente rilevanti (in questi ultimi tempi ad esempio grande spazio gli è stato concesso per portare alla luce la questione degli anziani e la loro solitudine). Un vero e proprio esempio di professionalità, un aspetto ormai quasi raro nel settore artistico, e la sua lunga carriera, costellata di successi, testimonia il valore del suo impegno. E’ stato un vero onore per me potergli fare qualche domanda per un’intervista che ha voluto concedere per i lettori di RoadTv Italia:
Marzio Honorato, un pilastro del teatro e del cinema italiano: quando è nata in te la passione per la recitazione?
Grazie per il “pilastro” ma io mi sento solo un “artigiano” del mio mestiere .. mestiere fatto di gesti , espressioni e parole .. tutto qui. La passione è nata tantissimo tempo fa .. alle elementari sui sei sette anni .. frequentavo una scuola dei padri gesuiti .. l’ Istituto Pontano a Napoli .. Avevo un’ottima memoria ed ogni anno la direzione scolastica mi sceglieva per fare un “discorso di benvenuto”, appunto a memoria, ad un Cardinale che veniva da Roma a visitare L’Istituto .. era un discorso di 5 pagine.. oggi non potrei mai riuscirci .. in seguito a 18 iniziai a frequentare un locale dove sperimentavano spettacoli di cosiddetta avanguardia e da quel momento in poi sono arrivate varie compagnie di teatro quali Nino Taranto , Gino Bramieri poi Masaniello poi Eduardo … poi tanto Cinema e TV.
Nel lontano 1996 hai accettato di recitare per UPAS: hai subito creduto nel progetto o eri inizialmente scettico?
Devo dire che più che altro ero molto curioso di provare ad interpretare un personaggio di cui si sapeva da dove e come iniziava la sua vita ma non si sapeva come e dove andava a finire … cioè un personaggio che viveva giorno per giorno un po’ come nella vita reale di ognuno di noi .. poi mano mano mi ci sono affezionato ed ho cercato di farlo vivere come gli sceneggiatori volevano .. dopo tanti anni bisogna ammettere che la scommessa voluta principalmente da Giovanni Minoli di realizzare la produzione al Centro Rai di Napoli è stata vinta su tutti i fronti.
Parliamo di te: fin da giovane hai amato la recitazione, aspetto che non è passato di certo inosservato agli occhi di un certo Eduardo De Filippo … quando è avvenuto il vostro primo incontro?
Anche qui parliamo di circa 50 anni fa .. avevo già fatto compagnie teatrali e vari film .. seppi che Eduardo cercava 2 semplici comparse.. 2 poliziotti in trench bianco che apparivano in penombra in fondo al palcoscenico in una commedia al Teatro San Ferdinando di Napoli.. pur di vedere e ascoltare da vicino Eduardo, il mito massimo per un attore “napoletano”, mi feci raccomandare da un mio amico attore che lavorava già con Eduardo …mi andava benissimo fare anche una semplice comparsa .. e bene feci … questo è stato il primo incontro ..poi l’anno successivo fui chiamato da Eduardo per fare un provino per la parte di Vittorio Elia in “Natale in Casa Cupiello”… sono rimasto nella Sua compagnia di Teatro per 5 anni.
Con Eduardo hai recitato in più commedie: quale tra queste è rimasta di più nel tuo cuore e perché?
Sicuramente appunto “Natale in Casa Cupiello” .. la più classica e conosciuta delle commedie del grande Eduardo.. un po’ perché mi ha portato fortuna e un po’ perché la parte era ed è bellissima e mi permetteva di interagire molto con Lui. Poi ho un particolare ricordo di un atto unico dal titolo “Gennareniello” .. un testo tenerissimo e molto divertente.
Nelle scorse settimane è andato in onda “Natale in casa Cupiello” con Vincenzo Salemme. Tu ha interpretato invece proprio con Eduardo il personaggio di Vittorio Elia, nella sua opera originale: cosa ne pensi? Le opere di Eduardo possono essere reinterpretate oppure no?
Non riesco a dare un giudizio imparziale per quanto riguarda le varie riedizioni delle commedie di Eduardo che si sono succedute in questi anni .. sono troppo coinvolto emotivamente dal momento che le ho fatte con Lui.. ammetto che non ho avuto la forza e la volontà di vederle per non fare paragoni improponibili.. penso comunque che tutto può essere reinterpretato ma farlo con Eduardo è molto difficile .. non me ne voglia l’amico Vincenzo che stimo tantissimo.
Oltre al teatro tu sei stato protagonista anche del cinema in svariati film dagli anni ‘70 in poi … Quale tra le due arti ti affascina di più? Teatro o Cinema?
Forse il Cinema… ne ho fatto tanto… quando si usava ancora la pellicola mi piaceva tanto il leggero “ronzio” della pellicola che girava nella macchina da presa.. bisognava cercare di non sbagliare perché costava tanto.
Da poco è stato presentato il film “Tempi supplementari” della Maxima Film di Marzio Honorato e Germano Bellavia, e disponibile su Amazon Prime Video, un vero progetto di cinema sociale: ti va di parlarcene un po’?
Sono molto affezionato a questo film di Corrado Ardone girato principalmente ad Apice.. un piccolo paese del beneventano distrutto completamente dal terremoto del 1980 …un borgo fantasma che fu precipitosamente abbandonato da tutti gli abitanti. Le scenografie naturali, sia per gli interni sia per gli esterni , rimaste così come erano nel dopo terremoto, si sono rivelate estremamente funzionanti alla storia raccontata nel film che, come si evince dal titolo, vuole significare che nella vita ci può essere sempre una seconda opportunità.
Chi è Renato Poggi? Quanto c’è di Renato in Marzio?
Non è facile raccontare Renato in poche righe perché il personaggio dura da 29 anni. Ne ha passate tante così come capita nella vita reale . Infatti per comodità la chiamano Soap ma Un posto al sole è nata come una “Real Comedy”. Attualmente Renato bada soprattutto a preoccuparsi dei problemi di famiglia e a divertirsi con Raffaele Giordano ..il più famoso “portiere” d’Italia cioè il mio fraterno amico Patrizio Rispo. Non saprei cosa c’è di Renato in me .. ma avendo la mia stessa età abbiamo in comune una certa “ansia” perché le persone della mia età è naturale che cerchino di prevenire i problemi.
In queste ultime settimane hai interpretato in modo assolutamente sublime il ruolo di nonno e padre ormai prossimo all’anzianità, accantonato quasi dalla sua stessa famiglia, quasi fino a farlo sentire inutile, un aspetto più che mai veritiero per tante persone che superano gli anta …
Grazie per il “Sublime” .. penso di aver risposto già. Questo capita a tutti quelli che hanno superato gli “anta” .. e pensare che in Cina invece i “vecchi” sono estremamente rispettati ed ascoltati …
UPAS racconta attraverso i suoi personaggi la vita reale di tutti: c’è una storia o un aspetto in particolare che ti piacerebbe interpretare attraverso Renato?
No, lascio fare il loro ottimo lavoro agli sceneggiatori . Quello che scrivono va bene per me.
Cosa ti piacerebbe fare “da grande”?
Mi ritengo un uomo molto fortunato. Ho fatto il mestiere che volevo fare fin da bambino. Qualcuno dice che l’ho fatto anche bene. Ho lavorato con maestri di teatro .. al cinema con tanti ottimi registi .. non ho particolari rimpianti di cose non fatte. Ho avuto naturalmente la fortuna di avere mia moglie Laura che ha accettato di stare con uno sempre con la valigia in mano e questo vale anche per mia figlia Martina che tutt’ora ha un padre sempre in partenza. La gioia però di stare a casa nei fine settimana con loro e con i miei cani è impagabile. Da “grande” vorrei continuare così perché va bene così.
Con il suo stile unico e la sua capacità di emozionare, Marzio Honorato rimane una figura centrale nel panorama artistico italiano, un simbolo di qualità e passione che continuerà ad ispirare generazioni di attori e spettatori. Essere un grande attore non significa solo recitare, ma comunicare l’essenza stessa dell’umanità, una dote innata in Marzio Honorato, dote che da svariati anni contribuisce a farci sognare, ridere, piangere e riflettere. Ad maiora Marzio.