Caos o kosmos? All’origine della speculazione filosofica occidentale potrebbe essere posto tale interrogativo sul modo in cui immaginare il mondo che ci circonda e ci sovrasta. Impossibile pensare di risolvere il quesito, ma non smettere di interrogarsi e di indagare. Come leggevano il cielo gli antichi? Cosa rappresentavano le stelle, che forme avevano gli astri e perché ad essi sono stati attribuiti certi nomi?
Tre punti di vista in scena: il mito con il suo fondo torbido e oscuro, la prospettiva sognante di un cosmo benigno fatto da stelle che guidano i marinai e dettano i tempi della coltivazione e, infine, la prospettiva razionalistica che nega qualunque visione magica del cosmo e che tende a riportare tutto alle sue cause vere. Un dramma in atto unico fortemente suggestivo che si interroga sulle grandi questioni dell’uomo attraverso le stelle e le costellazioni – dalla storia di Callisto, la ninfa trasformata nella costellazione dell’Orsa dalla gelosia di Hera, ad Andromeda, la figlia di Cefeo e di Cassiopea, salvata dal leggendario Perseo dopo una lotta avventurosa ed appassionata, da Orione alle vicende leggendarie di altri personaggi leggendari – che si inserisce appieno nel solco dell’attività teatrale dell’Antico fa testo, progetto di ricerca teatrale sulla performatività dei temi della mitologia classica.
Da questa esperienza e dalla riflessione che ne consegue sull’antropologia teatrale e sulla valorizzazione del patrimonio storico-artistico nazionale, si muove anche il percorso della Compagnia che, a partire da un’indagine sul mito, affronta i temi del mondo moderno, in una prospettiva di ricezione continua e consapevole dell’antico nella contemporaneità.