Intervenuto durante la trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00, la leggenda del Napoli Raffaele Di Fusco ha parlato della vittoria dello Scudetto del Napoli e del percorso stagionale degli azzurri.
Ecco le sue parole: “Contro il Milan sono stati commessi sempre gli stessi errori, forse per mancanza di esperienza. Il fallo tattico mancato in entrambe le occasioni ha condizionato tantissimo la qualificazione. Oggi i quartieri dove prima non si poteva andare sono bellissimi, Napoli sta rivivendo in tutto e per tutto, c’è la consacrazione di Napoli città. La festa è stata organizzata benissimo. E non c’è stata soltanto a Napoli ma ovunque. A voler essere onesti la storia è iniziata 36 anni fa, se oggi sulle bandiere c’è il numero 3 è perché tanti miei compagni hanno contribuito ad aprire il ciclo di vittorie. Il primo Scudetto è stato di riscatto, questa è più che altro una consacrazione. Il primo è stato difficilissimo perché i migliori stranieri giocavano da noi, in Serie A. Oggi il Napoli è superiore a tutti ma forse le altre hanno avuto qualcosina in meno. L’obiettivo rimanente della stagione? Per me quello dei 91 punti, penso che Spalletti l’abbia messo in testa alla squadra. Credo che il Napoli ci proverà fino alla fine.
Maradona aveva un grande rispetto di Bruscolotti come uomo e come capitano e questo è indicativo della persona che era. Diego non volle mai offuscare l’immagine del gruppo con la sua. Credo che una figura importante del Napoli attuale sia stata Di Lorenzo, ha permesso che il gruppo facilitasse l’inserimento dei nuovi. Penso che il vero leader inizialmente sia stato Spalletti, perché si è accorto che non aveva un leader il Napoli. Spalletti inizialmente parlava di suoi giocatori, poi ha parlato di suoi ragazzi. Questo è un passaggio importantissimo, perché è una cosa completamente diversa: si è stretto un rapporto. Questi sono bei messaggi”.
“Con questo Scudetto Napoli si è scrollata tante cose brutte che sono accadute prima. La Napoli di oggi è una città europea al 100%. I rigori sbagliati? Molti sono stati parati a mezz’altezza, o lo tieni basso o trovi un’altra soluzione. Per me è questione di allenamento tecnico ma anche di tensione, l’esperienza di quest’anno può insegnare. Il secondo rigore Osimhen l’ha tirato meglio perché l’ha alzato di più. Noi il sabato facevamo la gara dei rigori e alla fine rimaneva quasi sempre Moreno Ferrario, che era forse l’unico stopper che tirava i rigori. Futuro? I giocatori prima di restare devono capire cosa farà Spalletti. Nel momento in cui ci sarà la certezza allora si potrà parlare di ciclo. Se cambierà l’allenatore io non so se rimarranno tutti. Quest’anno c’è stato un miracolo di una campagna acquisti che nemmeno la società si aspettava così prolifica, Kim però per esempio ha la clausola molto bassa. Peraltro quello dell’anno prossimo non sarà un campionato anomalo, con la sospensione per i Mondiali. Il Napoli è stato bravissimo, i preparatori atletici sono stati bravissimi. Poi ovvio è calato e ha avuto qualche problemino ma aveva già il vantaggio necessario. Non devi fare ogni anno i miracoli ma chi arriverà al posto di Giuntoli avrà un ruolo difficilissimo”.
“Gol di Osimhen contro la Roma? Credo possa essere stata una potenziale svolta per lo spogliatoio. Contro la Juventus all’andata ci fu una parata determinante di Meret: se fossimo andati all’intervallo sul 2-2 la partita sarebbe stata diversa. In questo caso come in altri è stato determinante, come lo sono stati anche i difensori. La bravura di Spalletti è stata quella di tirare fuori il massimo da ogni singolo giocatore. Kim? Sostituirlo sarebbe un lavoro durissimo”.