Intervenuto durante la trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00, la leggenda del Napoli Raffaele Di Fusco ha parlato della vittoria del Napoli contro la Juventus e dell’imminente festa Scudetto.
Ecco le sue parole: “Fonseca più di tutti è il giocatore che possiamo accostare a Kvaratskhelia, era difficilissimo da marcare, aveva una sterzata e un dribbling niente male. Era rapido, veloce, tecnico e potente. I commenti di Allegri e Landucci? Si sono comportati malissimo, non esiste nel modo più assoluto che un collega si rivolga così a un altro collega. Si tratta di un’arroganza tipica, sempre da parte della Juventus. Non ci si rivolge in quel modo, sono stati maleducati e dovrebbero tacere. Hanno sbagliato anche i tempi: con tutto quello che sta succedendo alla Juve, dovrebbero chiudersi e non fare nemmeno le conferenze stampa. Prima c’era lo stile Juventus ma dopo l’avvocato Agnelli non è quasi più esistito.
Barzagli ha difeso Gatti negando l’evidenza ma noi dobbiamo essere sempre obiettivi, quando c’è da dover criticare o dare un’opinione la diamo con tranquillità. Bisogna avere onestà intellettuale. Se Meret avesse preso il gol che ha subito Szczesny sarebbe stato ammazzato, ci sarebbero state grandi lamentele. Garella con i piedi fece scuola, oggi infatti la parata di piede si insegna mentre prima non era così. Lui ha anticipato i tempi, la sua grande forza è stata sfruttare al massimo le proprie capacità. Era bello grosso e prima non c’era la preparazione che c’è oggi, lui ha fatto suo un certo metodo sfruttando le capacità che aveva. In generale, Garella è stato un signore del calcio.
Tra il primo Scudetto e l’ultimo che arriverà a breve secondo me ci sarà una differenza enorme, ora celebriamo il Napoli ma anche Napoli città.Ilprimo Scudetto fu una rivalsa per la contrapposizione al Nord, sembrava irripetibile. Oggi c’è da celebrare non solo la squadra ma anche la città. La Napoli di prima non era quella di oggi, c’erano proteste e cortei. Oggi Napoli è cultura, cinema, una città molto più ordinata. Celebriamo un’impresa di una struttura societaria, di un modo di fare calcio e di condurre un’azienda. De Laurentiis è un buon presidente ma soprattutto un grandissimo imprenditore, ha dato una linea guida nel mondo del calcio. Se torniamo indietro nel tempo ci sono le stesse strade ma Napoli è diversa, il pubblico è diverso. Napoli era etichettata in modo sbagliato, oggi la celebriamo per quello che è, ciò che vale”.
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