Intervenuto durante la trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00, la leggenda del Napoli Daniel Fonseca ha parlato della vittoria del Napoli contro la Juventus e dell’imminente festa Scudetto. Fonseca ha anche toccato alcuni temi della sua carriera in generale.
Ecco le sue parole: “Da piccoli quando si ama il calcio si prova a giocare, oggi invece tanti hanno altre possibilità e distrazioni. Alla mia età la gente voleva solo giocare a calcio per strada, il talento è una cosa che Dio ci dà, solo che dopo ci vogliono disciplina e applicazione, tanti sacrifici rispetto agli altri. Bisogna fare un percorso con sacrifici, in pochi arrivano a certi livelli. Io sono stato fortunato, giocare in Serie A non è facile e io ci sono arrivato da giovane, facendo un’ottima carriera.
Quando uno ha talento da ragazzo si capisce subito, mio nonno mi ha dato molti consigli e mi ha fatto crescere tanto, mi ha fatto sempre credere nei miei sogni. Ho sempre avuto molta forza e ho creduto di poter fare tutto, magari a volte mettendoci più tempo o facendo più sacrifici.
L’inizio in Serie A fu difficile, specie le prime partite, non comprendevo bene la lingua. Ranieri ha avuto fiducia in me a Cagliari, ha parlato con i dirigenti e chiese di non farmi andare via. Dopo 6 mesi sono esploso, iniziando a segnare tanto dopo la doppietta alla Sampdoria, è andato tutto bene. Grazie al mister poi sono finito poi a Napoli.
La mia avventura in azzurro? A Cagliari era tutto molto tranquillo, arrivato a Napoli invece trovai tantissime persone ad aspettarmi, fu un colpo forte. E’ stato il periodo in cui mi sono divertito di più, giocavo con due fenomeni come Zola e Careca, ci capivamo al volo. Gianfranco ci metteva palloni deliziosi, ci siamo divertiti per un po’. A livello di classifica potevamo di fare qualcosa in più il primo anno ma ci siamo divertiti.
Il segreto del secondo anno a Napoli? Una squadra che era un mix di giovani e di esperienza. Lippi è stato bravissimo a compattarci e a farci credere di poter fare qualcosa di interessante. Arrivarono Di Canio, Bordin, Buso, giocatori forti e molto bravi, la squadra si compattò ed eravamo difficili da battere.
Napoli ti lega per sempre, ovunque e in qualsiasi parte del mondo ci sono napoletani che ti danno amore, la gente è sempre affettuosa con me e questo patrimonio lo conservo per tutta la vita, i napoletani sono meravigliosi e io ho avuto la fortuna di viverli dal vivo.
Rapporto con Cavani? Lui è stato un grande campione e ha fatto molto bene a Napoli, questo è un bene anche per i futuri giovani uruguaiani. Napoli accoglie sempre campioni di un certo stile, ci ha fatto piacere e ci dà forza per continuare a credere nella crescita del club. Siamo tutti felici noi che vogliamo bene a Napoli e ai napoletani.
Quanto mi ha penalizzato il mio carattere? Io non riesco a stare zitto, sono in pace con me stesso ma nel mondo in cui viviamo vincono di più i falsi ma io non sono così. Sono simpatico per chi mi ama ma con le persone false non riesco a stare zitto e in questo trovo problemi. Ma questa d’altronde è la vita, o galleggi e stai bene con tutti oppure no.
Quando tornerò in Italia e a Napoli? Ora sono in Brasile per lavoro ma appena potrò tornerò a Napoli, sarà una festa fantastica e inimitabile per lo Scudetto. Non posso immaginare cosa faranno i napoletani, spero di poter essere a breve lì.
Penso che il Napoli stia producendo un calcio meraviglioso con un allenatore grandioso come Spalletti, tutta l’Europa parla benissimo della squadra. Io ho esultato tanto per il Napoli e ne ho apprezzato l’attitudine, il comportamento, come affronta le partite, una squadra che gioca a calcio. Io come Kvaratskhelia? Quando lui farà 5 gol in una partita forse sì! E’ l’unico record che ho a Napoli e lo devo sottolineare! Quando segnai quei gol a Valencia quella Coppa UEFA valeva quanto la Champions League attuale. Il calcio di prima era molto più difficile per gli attaccanti, adesso è più semplice per loro, i difensori vengono ammoniti più spesso. Quando giocavamo noi i difensori menavano tanto fino al minuto 80′ e nessuno li ammoniva, oggi è più semplice essere attaccanti. Messi e Ronaldo nel nostro calcio avrebbero fatto tanti gol in meno, non 40 ma 20 se non anche meno. Baresi picchiava molto meno di Vierchowood, ancora oggi quando incrocio quest’ultimo rimetto i parastinchi! Giocatori da consigliare al Napoli? L’Uruguay ha tanti giocatori forti, magari mio figlio più piccolo, che gioca molto meglio di me ed è un attaccante, prima o poi arriverà in Italia! L’altro, più grande, somiglia a Redondo. Ritorno a Napoli a breve? Sicuramente appena possibile tornerò. Juventus-Napoli e le polemiche? Io ho giocato in tante squadre e mi sono sentito sempre amato ma l’amore che ho ricevuto e ricevo dai napoletani è inimitabile. Napoli è la mia seconda casa.
Cuadrado? Ci sono dei comportamenti che nel calcio non vanno bene. Adesso i difensori fanno fallo e vengono subito ammoniti ma il calcio è uno sport di contatto, è veramente esagerato. Polemiche della Juventus? Ognuno porta acqua al suo mulino, non tutti sono corretti. Nervosismo in campo? Anche a me è capitato. Dopo aver salvato il Cagliari per 2 anni quando ci tornai con il Napoli mi offesero e mi diedero del traditore, certi scemi passarono tutta la partita a insultare ed è normale che poi uno si innervosisca, 80 minuti a offendere mia madre. Lì ho lasciato il cuore, ho segnato tanto e hanno fatturato tantissimo con la mia cessione, sono comunque pochi deficienti che però ispirano violenza
Festa Scudetto? Non ho dubbi che sarà meraviglioso, quando ho visto la scena dei motorini ho già pensato fosse bello. Napoli è cambiata, ora ha una dimensione importante in Europa e nel mondo, non solo per il calcio, è una città cresciuta a livello culturale e siamo tutti orgogliosi per questo nuovo Scudetto, sarà un evento unico. Giuntoli è un fenomeno, un talento incredibile. Anche lui ha portato questo risultato, tanto merito va anche alla dirigenza. Prima spesso la dirigenza non era professionale, adesso lo è di più, si è più attenti ai dettagli”.
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