Le parole di Gianfranco Zola nel corso della puntata andata in onda questa sera di “Legends – Ci vediamo a Napoli” la nuova produzione tv con protagonisti i “Legends” ovvero i calciatori che hanno fatto la storia del calcio a Napoli, dall’epoca del primo scudetto con Diego Armando Maradona.
“Sono arrivato a Napoli che ero un ragazzino, ero anche in imbarazzo davanti a dei grandissimi giocatori. Ma poi ho scoperto che prima di grandi giocatori e campioni erano grandi persone. Per questo quel gruppo è stato così vincente ed efficace, avevamo un gruppo straordinario.
Zielinski? Giocatore straordinario, ha qualità che pochi hanno e mi sembra sia diventato anche più maturo, questo lo rende ancora più importante. Mario Rui? E’ stato agevolato molto dal fatto che il Napoli è forse l’unica squadra in Italia che fa un pressing molto alto e lo fa molto bene. Spesso e volentieri lui non deve difendere in area di rigore. Poche squadre sono così efficaci nel pressing offensivo come il Napoli e questo è un grande filtro. Carnevale? Uno di quegli attaccanti che si è inventato come un attaccante che difendeva, la trovavo una cosa straordinaria, si prodigava tanto a dare una mano e questo era fondamentale”, queste alcune considerazioni di Gianfranco Zola a Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 del telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00.
“L’ho già detto più di una volta: il Napoli è la squadra più europea e inglese di tutte. Recupera il pallone velocemente, sta alta. Questa capacità di uscire in palleggio anche dal basso è incredibile. Lobotka e Anguissa sono diventati bravissimi a dare uno scarico ai difensori, questo gli permette sempre di uscire in un’azione manovrata che è un toccasana per giocatori come Kvaratskhelia, Zielinski, Lozano e Politano. Poi c’è un finalizzatore come Osimhen che qualsiasi cosa tocca la trasforma in oro, il Napoli in questo momento è una squadra quasi perfetta. Si parla poco del Napoli? Facciamoli parlare di altro, noi continuiamo a vincere. Sentivo spesso e volentieri i media inglesi che parlavano del Napoli, c’è una grossa opinione della squadra nel mondo, di come gioca.
Sarri? Allenatore non preparato, di più. E’ uno stakanovista, non lascia niente al caso. Pretende sempre che si dia il massimo. Quando eravamo al Chelsea abbiamo fatto un po’ di fatica perché i giocatori a un certo punto erano un po’ stanchi ed erano carichi di lavoro, però poi si sono adattati al suo modo di fare e i benefici sono stati evidenti. Lui è molto bravo, lavora tantissimo e non lascia niente al caso. Sta facendo e continuerà a fare bene anche alla Lazio.
Sarri e lo Scudetto perso in albergo a Firenze? Una volta ne parlammo, mi disse che avevano completamente sbagliato la partita, che i giocatori erano fuori forma. E rimase sorpreso”, ha spiegato Zola.
Zola ha poi parlato anche del futuro di Osimhen durante Legends – Ci vediamo a Napoli: “Cosa consiglio a Osimhen? Questa è una scelta molto personale. Di certo il campionato di riferimento è la Premier, in questo momento è come la Serie A degli anni ’90. Dipende dalle sue ambizioni, posso dire onestamente che essendo in un posto come Napoli e soprattutto nella realtà che ora rappresenta sarei contento di poterci rimanere.
Scudetto vinto a Napoli? Ci rendevamo conto di quanto per i tifosi fosse importante e ovviamente lo era anche per noi. Si sentiva la voglia di rivalsa calcistica e sociale. Non dimenticherò mai il giorno in cui ho vinto lo Scudetto, presi la motoretta con mia moglie e andai in giro per Napoli. Vidi delle scene straordinarie, la gente era impazzita di gioia. Sapere cosa abbiamo fatto mi dà orgoglio e contentezza. Ne è valsa veramente la pena”.
Zola ha parlato anche della Juventus e ha ricordato il suo amico Vialli: “Juventus? C’è in corso un’inchiesta, alla fine si tireranno le somme. Vedremo come finirà.
Vialli? Avevamo un rapporto straordinario ed è stata una delle ragioni per cui quel Chelsea in cui giocavamo ha lasciato il segno. Lui non era una persona comune o banale, ed è stato estremamente importante per tutti. Grazie a lui mi inserii velocemente nello spogliatoio inglese. Era un punto di riferimento per tutti, quando giocava e non. Vialli non era mai banale. Quando con delle persone condividi momenti bellissimi e straordinari poi ti lega a quella persona un’esperienza che dura per sempre, è stato un percorso bellissimo. Dispiace vedere uno come lui lasciarci in questo modo, purtroppo bisogna accettarlo ma lui era un esempio per molti”.