L’ex-boss Rosario Pariante si pente: rivelazioni shock

Rosario Pariante, uno dei pezzi grossi del clan Di Lauro almeno fino al 2004, dopo 12 anni di carcere decide di passare dalla parte dello Stato

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Dopo 12 anni di carcere duro, anche Rosario Pariante, ex braccio destro e tesoriere di Paolo Di Lauro, ha deciso di passare dalla parte dello Stato e pentirsi, andando così “in pensione da boss”.

2004: l’anno della scissione e l’inizio di una spietata faida

Rosario Pariante su tutti può spiegare come sia stata possibile la nascita di una città del tutto fondata sul crimine e dov’è finito il patrimonio di Paolo Di Lauro proveniente dalla vendita della droga. Di poche pagine è formata la sua confessione in cui rivela le sue responsabilità riguardo al dupluce omicidio Montanino – Salerno, che ha visto l’inizio di una faida infinita di sessanta omicidi in pochissimi mesi.

“L’inizio della faida si è decisa in un’aula di tribunale”

Questa la rivelazione shock di Pariante che ammette: “Durante un processo che ci vedeva imputati, dopo l’omicidio Bizzarro che creò un clima rovente, Arcangelo Abete venne a trovarmi e ci vollero solo pochi gesti per decidere di uccidere Fulvio Montanino. Abete simulò il gesto di uno che sta per andare al Creatore unendo l’indice e il medio e mi mimò che avevano paura. Da lì è cominciata la faida, è stata la risposta all’omicidio Bizzarro e la scissione del clan. Una scissione nata nelle celle, quando si era ormai capito che Paolo Di Lauro lasciò tutto nelle mani di suo figlio Cosimo.”