In seguito alla buona riuscita del progetto di riappropriazione sociale dell’ex Opg di Materdei, gli occupanti e i numerosi cittadini, che hanno riconosciuto una ricaduta sociale effettiva dei lavori, chiedono aiuto e solidarietà in difesa di una Napoli più sociale alle soglie di un imminente sgombero della realtà di quartiere (e non solo) ad opera delle polizie giudiziarie.
Tutto dipenderà dalla partecipazione di chi deciderà di schierarsi in appoggio a questo esperimento sociale e laboratorio politico per i più. Nonostante concreti e numerosi riscontri espressi a sostegno di tutto ciò da parte della società civile, dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris,e di parte degli intellettuali, le procedure burocratiche per la dismissione di questa realtà sociale marciano a pieno regime. Questa settimana sembra essere decisiva per evitare questa ingiustizia e con essa mettere alla prova quante energie partenopee sono state organizzate per fare blocco contro le recrudescenze di una crisi politica ed economica sempre più distruttiva del tessuto cittadino.
In base al comunicato diffuso da Je so’ pazz ex Opg occupato il perché di tutto ciò non è poi così tanto scontato. “Non si tratta solo di ottusità, di rispetto cieco dei regolamenti, del risentimento della polizia penitenziaria che ha fatto una pessima figura. La verità è più amara: vogliono porre fine a un’esperienza che sta diventando “pericolosa” perché tanta gente si sta mobilitando per cambiare le cose, sta capendo la sua forza e si sta interrogando su un mondo fatto di povertà, sfruttamento, carcere. La verità è che vogliono tenerci buoni, ci preferiscono depressi, ci preferiscono consumatori passivi della pappa che ci danno…“
Proseguono i membri dell’ex Opg che lo sgombero può essere ancora evitato, nulla è definitivo. “Proprio perché il problema è politico, proprio perché è una questione di rapporti di forza, dobbiamo fargli vedere la nostra forza. Davanti all’idiozia delle loro carte, all’arroganza dei loro manganelli e delle loro denunce, noi abbiamo solo un’arma: la nostra determinazione e il consenso popolare. Da contrapporre alla loro violenza abbiamo la solidarietà e la nostra democrazia, che alla lettera vuol dire “potere del popolo”.
Per chi è interessato, per quanto possa, a dare un contributo a questa iniziativa politica dal basso, può lavorare affinché diffonda su tutti i possibili canali mediatici la raccolta firme disponibile al seguente indirizzo: http://jesopazzo.org/…/…/57-appello-sgombero-ex-opg-occupato; raccogliere like a sostegno della Pagina Facebook (clicca qui per vedere la pagina) che illustra il progetto sociale dell’occupazione; partecipare al progetto in persona o con attrezzature che possano rendere possibile o agevolare le attività; scrivere alle istituzioni, dal Comune di Napoli al Parlamento nazionale e chiedere sostegno; in caso di sgombero forzato diffondere la notizia e per chi può o vuole partecipare alle barricate.
Secondo il comunicato, leggiamo come l’occupazione dell’ex Opg non sia una mera occupazione abusiva di una proprietà demaniale, ma un esperimento importante per la città. “In tutta Europa milioni di persone stanno prendendo coscienza che questo mondo è sbagliato. In Grecia, in Spagna, nascono reti di aiuto reciproco, si liberano spazi, si produce un potere dal basso che arriva a mettere in crisi persino le istituzioni europee. È quello che noi vogliamo fare qui, è quello che abbiamo già iniziato a fare.
Questa non è un’occupazione qualunque. E non solo perché in Italia non è mai stato occupato un carcere. E nemmeno perché è il complesso più grande nel cuore di Napoli. Ma in quanto in queste settimane si sta producendo un meccanismo di partecipazione popolare che coinvolge centinaia di persone, non solo giovani o “alternative”.
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