L’influenza mette ko non solo le persone ma anche gli ospedali napoletani

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Meningite: 36enne muore in pronto soccorso, nessuna emergenza

Secondo i dati Influnet, l’incidenza in Campania è stata di 4,65 casi per mille assistiti, anziché del 1,65, un vero record, il livello più alto d’Italia. L’influenza ha messo letteralmente in ginocchio napoletani ma anche le sue strutture ospedaliere, che ai numerosi ammalati ricoverati possono solo offrire un posto sulle sedie o in piedi.

L’emergenza maggiore riguarda tuttavia il Cardarelli, dove secondo Giuseppe Visone e Patrizio Esposito, sindacalisti della Cgil Fp, a nome di medici e infermieri, sostengono che “il Dipartimento di emergenza accettazione è ormai al collasso, vengono negati il diritto alla salute e a cure rispettose della dignità dei pazienti, ma anche il diritto ad un lavoro dignitoso del personale in servizio”.

Influenza mette in ginocchio il Cardarelli

Salvatore Siesto, della Uil, afferma che “sono esaurite le barelle, sei ammalati sono stati ricoverati addirittura in piedi e altri sette sulle sedie. In più, si registrano difficoltà nel servizio trasporto infermi, all’interno dell’ospedale, a causa della carenza di personale in organico”. Quest’ultimo invita anche il governatore De Luca a farsi un giro al Cardarelli per vedere di persone la situazione.

I disagi sono comunque ovunque. Al Loreto Mare addirittura si è arrivati alle mani: “L’infermiera è stata schiaffeggiata dalla moglie di un paziente indispettita dall’attesa e dall’assenza del neurologo nel turno di notte”, dice Marianna Paparo, sindacalista Uil che con la coordinatrice Italia Scarpino aggiunge: “Bisogna aprire il drappello di polizia 24 ore su 24, promesso più di un anno fa. C’è una cronica carenza di personale e un numero abnorme di lettighe nei reparti”.

Al San Giovanni Bosco, invece, Martone avverte: “I disagi sono acuiti dalla riduzione di posti letto dovuta alla chiusura di due reparti per lavori di ristrutturazione iniziati e mai completati. Al Vecchio Pellegrini non viene attivato il triage per smistare le richieste di soccorso, perché mancano gli operatori sanitari; mentre le barelle sono sistemate anche davanti all’ingresso dei bagni. C’è una promiscuità nei reparti per effetto di diversi accorpamenti”, conlcude.

Infine, il direttore del 118 e presidente del sindacato degli anestesisti Aaroi Emac, Giuseppe Galano, dice: “Serve un sistema integrato dell’emergenza che coinvolga, non in seconda battuta, grandi strutture di eccellenza come l’azienda dei Colli e i Policlinic. Bisogna dare più risorse al filtro territoriale e attivare, con i medici di famiglia e la continuità assistenziale, i centri di cure primarie h 24 per visitare i pazienti con codici di minore gravità”. E il picco influenzale non è ancora arrivato.