Domenica 7 novembre 2021, alle ore 11.30 al Mondadori bookstore del Vomero si terrà la presentazione di Sarà solo la fine del mondo (Marsilio), romanzo d’esordio del pluripremiato autore e regista teatrale e performer Liv Ferracchiati, in questi giorni al Piccolo Bellini di Napoli con lo spettacolo La tragedia è finita, Platonov. Il libro mette in scena l’inadeguatezza a noi stessi e agli altri e la diversità che sempre ci fa stupendi. L’autore è infatti transgender proprio come il protagonista del libro, ma non si tratta di un’autobiografia. Anzi, quando comincia, l’io narrante non è ancora nato, nonostante i suoi genitori facciano di tutto perché ciò accada e, nonostante non abbia ancora il corpo, l’io narrante racconta. Sarà solo la fine del mondo è infatti un romanzo sul corpo che, anche quando è in piena salute, può essere percepito come inadatto. Con l’autore dialogherà Francesca Saturnino.
“Sarà solo la fine del mondo” (Marsilio, 496 pp., 19 euro)
È con il corpo che ci si presenta al mondo prima di aver imparato a parlare, è intorno al proprio corpo nudo che viene pensato il colore rosa o l’azzurro anche quando non li si indossano. Così, visto che il corpo è un problema, il protagonista, da subito, comincia a parlare. Prima di nascere parla e non smette più. Parla tanto, si lambicca, eccepisce, critica e discute. Gioca, soprattutto. Sarà solo la fine del mondo segue la vicenda umana e preumana del protagonista, e anche quella oltreumana. Come il Tristram Shandy di Laurence Sterne, ma anche come il cartone animato Disney Soul. Somiglia, questo protagonista, ad Anima 22, che nel cartone animato non ha voglia di incarnarsi e che, appena le capita, percepisce fascino, ma anche insoddisfazione, perché un corpo ha un genere, un’età, e ti mette in relazione in modo troppo univoco con le circostanze. L’io narrante bambino vuole tutto, e non ha problemi di identità, è certo di chi è e di ciò che vuole, poi purtroppo qualcosa cambia: qualcuno, oltre a se stesso, vuole spiegargli chi è, cosa è, e quando è.
Liv Ferracchiati (Todi, 1985) si diploma in regia teatrale presso la Civica scuola di teatro Paolo Grassi di Milano nel 2014. Nel 2017 il suo testo Stabat Mater vince il premio Hystrio nuove scritture di scena, e con Un eschimese in Amazzonia – Trilogia sull’Identità (Capitolo III) si aggiudica il premio Scenario. Nell’agosto dello stesso anno, Antonio Latella seleziona per la Biennale Teatro di Venezia una monografia di tre suoi lavori. Alla Biennale Teatro 2020, una menzione speciale e stata attribuita dalla giuria internazionale a La tragedia è finita, Platonov, riscrittura del dramma di Anton Čechov, di cui Liv Ferracchiati e anche regista e interprete.
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