Lo Spazietto 2022 si svolgerà fino al 21 luglio alle ore 18.00, all’aperto, nello spazio antistante la Libreria Scarlatti, con cadenza bisettimanale, il martedì e il giovedì.
Sono trascorsi ormai nove anni da quando Antonio Giusso, pensò di ideare una sorta di trincea a difesa di un luogo di cultura quale è una libreria, la “Libreria Scarlatti”, al tempo l’unica sopravvissuta delle librerie del Vomero. Lo spazio prescelto, prospiciente l’esercizio commerciale, che sembrava disegnasse un angolo retto, divenne contestualmente luogo di una geometria dell’anima e palcoscenico di una rassegna multi/arte. A distanza di anni, questa rassegna è sempre più ricca e vede sempre più forte il sodalizio tra la Libreria Scarlatti e Humaniter. Lo Spazietto 2022 si svolgerà dal 9 giugno al 21 luglio alle ore 18.00, all’aperto, con cadenza bisettimanale, il martedì e il giovedì.
Gli incontri si svolgeranno nello spazio antistante la Libreria Scarlatti, in Via Scarlatti, 36 – Napoli
Martedì 21 giugno – ore 18
Presentazione del libro “Siamo tutti figli unici” di Giacomo Casaula – Guida editori
Dialogano con l’autore
Anna Copertino, Margherita Siniscalchi, Massimiliano Bonardi e Marina Topa.
“C’è un luogo solitario e spaventoso, dove accadono cose terribili e dolorose; dove la solitudine può diventare insopportabile, e i ricordi fanno male come coltellate. Un luogo fragile e pieno di nostalgie, anche del futuro. Un luogo che può essere triste e insostenibile, dal quale tuttavia nessuno riesce a fuggire, e dove paradossalmente non si può evitare di tornare: perché è l’unico luogo dove si può trovare la salvezza. E una parvenza di felicità.”
“C’è un luogo solitario e spaventoso, dove accadono cose terribili e dolorose; dove la solitudine può diventare insopportabile, e i ricordi fanno male come coltellate. Un luogo fragile e pieno di nostalgie, anche del futuro. Un luogo che può essere triste e insostenibile, dal quale tuttavia nessuno riesce a fuggire, e dove paradossalmente non si può evitare di tornare: perché è l’unico luogo dove si può trovare la salvezza. E una parvenza di felicità. Giacomo Casaula traccia i confini ed esplora, con tenerezza ed estrema delicatezza, un territorio sconosciuto che tutti percorriamo quotidianamente e che tuttavia non manca di respingerci, accogliendoci: la famiglia.Un romanzo delicato e molto emozionante, un giovane scrittore da seguire con estrema attenzione.” (Maurizio de Giovanni)
“Giacomo Casaula ha un voce dolente e una storia da raccontare. Tutto ciò che serve a un autore.” (Lorenzo Marone)
“La linea d’ombra del narrare di Giacomo Casaula è la dualità quasi tutta familiare che si trova nella rincorsa dei luoghi e del tempo. Nel suo libro precedente (Scie ad andamento lento) il tema si sviluppava da Napoli a Cattolica tra inseguimento, utopie, e narrazione improbabile. Ognuno di noi insegue e vive spesso nell’improbabilità. In questo secondo romanzo l’autore si autocondanna alla solitudine completata dalla paura del fare e dell’essere. Nulla al mondo, diceva Elias Canetti, si evolve e si trasforma meno della paura. Una solitudine d’amore potrebbe spiegare ogni cosa. Ma non è così, in queste pagine l’essere solo non è un monologo, ma una perifrasi o, meglio, un’epifania, cinematografica e musicale, che si consuma fra Roma e Londra. Un’epifania da dare in pasto al lettore. Quasi a chiederne più che l’assenso, la complicità”. (Piero Antonio Toma)
L’AUTORE
Giacomo Casaula nasce a Napoli il 27/10/1992 da genitori napoletani, e vive a Cava de’ Tirreni (SA).
Si diploma al Liceo Classico “Marco Galdi”. Comincia a fare teatro nel laboratorio sperimentale del Liceo, successivamente si iscrive all’Accademia teatrale Piccolo Teatro al Borgo.
Recita prima in ruoli da caratterista, e da comprimario per poi assurgere quale protagonista ne Il berretto a sonagli di L.Pirandello. Recita diretto da diversi registi in opere di Cechov, Molière, Baricco e E. De Filippo.
Prende parte a svariati eventi culturali e progetti didattici. Con il Parco Archeologico di Paestum, collabora alla realizzazione di laboratori didattici sulla performatività del mito classico sulla scena contemporanea.
Ha ricoperto l’unico ruolo maschile in Meteres, miscellanea di monologhi femminili della tragedia greca rappresentata nel teatro Parmenide di Ascea .
Nel 2011 è tra i vincitori del concorso letterario Premio Badia di Cava de’ Tirreni .
Ha dato vita a una serie di reading letterari di vario genere, fra cui la pièce teatrale “Nel ventre di Napoli”, raccolta di brani appartenenti alla letteratura napoletana, con l’introduzione di Annamaria Ackermann, celebre attrice napoletana e interprete di numerosissimi spettacoli.
Dal 2016 tiene il corso di Storia del Teatro per il laboratorio teatrale del teatro “Totò” di Napoli, mentre nel 2017 ha collaborato al laboratorio di formazione teatrale permanente tenuto da Ettore Massarese presso il teatro Sancarluccio di Napoli.
È condirettore artistico e protagonista, unitamente alla Ackermann, a Canessa, Fontanella e a Romano, della rassegna “Live in Villa Di Donato”.
Rappresentazione ambiziosa è stata “Serata per G”, omaggio e tributo al grande autore e compositore Giorgio Gaber, dove si è proposto in veste di cantante, attore e regista, calandosi appieno attraverso la recitazione di significativi monologhi nelle sfumature della tematica gaberiana.
Ha messo in scena spettacoli sul tema del sogno, attraverso le composizioni di Fabrizio De André accompagnate da brani scelti e monologhi di prosa classica e contemporanea.
Ha scritto e rappresentato i recital “Io che amo solo te”, panoramica di costume e musica sugli anni ’60, nonché “Penna, chitarra e cilindro”, eterogeneo contenitore delle più significative espressioni artistiche di De André, Gaber e Gaetano.
Ha diretto e interpretato lo spettacolo di Teatro-canzone “Il cappellaio magico” con monologhi scritti da lui e canzoni di Rino Gaetano.
Ha ideato e interpretato “Monologando”, recital emozionale da Shakespeare a Pirandello passando per Gaber fino ad arrivare a Modugno e ai Baustelle.
In anteprima nazionale, presso Villa di Donato, ha presentato il suo primo spettacolo inedito di Teatro-canzone intitolato “Nichilismi e Fashion Week”, incentrato sui temi delle mode che attraversano quotidianamente individualità e collettività, in una frizzante alternanza tra monologhi di prosa e canzoni, le cui musiche sono state scritte da Davide Trezza.
Da questo spettacolo è estratto il primo singolo, intitolato “Indie e De Gregori”, e il relativo videoclip, scritto e diretto da Stefano Poletti.
Attualmente collabora con Francesco Puccio, docente universitario nonché regista e autore teatrale di testi classici del mondo antico rielaborati in chiave contemporanea, sodalizio nato durante l’ultimo anno del Liceo, nel corso del quale ha interpretato sotto la sua direzione una riduzione teatrale de I caratteri di Teofrasto.
È stato giurato e responsabile della sezione spettacolo nella edizione 2017 di questo concorso, esprimendosi ancora una volta in un recital di prosa, musica e poesia .
L’esperienza ha fatto crescere la sua passione per la lettura e la scrittura e lo ha stimolato a intraprendere la stesura del romanzo “Scie ad andamento lento”, influenzata e “graffiata” proprio dalla conoscenza di Francesco Carofiglio e soprattutto di Pier Vittorio Tondelli.