Lorenzo Insigne, il capitano divenuto leader

di Bruno Marchionibus.

Il successo dell’Italia di Mancini in casa dell’Olanda è stato senza dubbio una grande vittoria di squadra, arrivata però grazie alla somma di tante eccellenti prestazioni individuali. Tra queste è spiccata ancora una volta quella del capitano partenopeo Lorenzo Insigne, capace di essere costantemente pericoloso per la retroguardia degli Orange in fase offensiva ma anche un aiuto fondamentale nello scacchiere del Mancio in quella difensiva.

Lorenzo, a ventinove anni compiuti, ha mostrato negli ultimi mesi, e grazie anche alla fiducia accordatagli da Gattuso a Napoli e dal mister ex Inter in Nazionale, di essere diventato definitivamente un giocatore maturo e consapevole delle proprie qualità, pronto ad assumersi in campo le proprie responsabilità ed a caricarsi quando necessario la squadra sulle spalle.

Per quanto riguarda l’azzurro dell’Italia Insigne, la cui esclusione nello spareggio con la Svezia del 2017 fu considerata una delle cause della clamorosa assenza della selezione italiana dai Mondiali di Russia, è stato per Mancini sin da subito uno dei punti fermi del suo nuovo corso. L’allenatore di Jesi, che di fantasisti se ne intende essendo stato innanzitutto un grande campione in quel ruolo, ha assegnato a Lorenzinho la maglia numero 10, ed è stato ripagato sin da subito da ottime prestazioni e da pregevoli gol. Tra questi merita una sottolineatura quello realizzato alla Bosnia nel giugno 2019, con una voleè di destro da fuori area; una rete che può essere definita a tutti gli effetti “alla Mancini”.

Nel Napoli, invece, Lorenzo nell’anno e mezzo sotto la guida di Ancelotti non era mai parso realmente integrato negli schemi del tecnico emiliano, che spesso aveva provato a cambiargli ruolo, mostrandosi poco propenso a quel 4-3-3 che tanto per Insigne quanto per molti altri elementi della rosa era stato nel triennio sarrista una sorta di coperta di Linus grazie a cui mostrare al meglio le proprie doti.

L’apice del rapporto controverso tra il mister ed il numero 24 si era raggiunto nella trasferta Champions di Genk, quando Ancelotti aveva mandato il ragazzo addirittura in tribuna; forse un segnale di poco rispetto verso la fascia che il capitano porta al braccio dall’addio di Marek Hamsik, sicuramente un messaggio chiaro al giocatore ed alla società. Ma l’addio burrascoso dell’allenatore di Reggiolo e l’approdo all’ombra del Vesuvio di Gattuso hanno non solo fatto ritrovare ad Insigne lo smalto del periodo di Sarri, ma gli hanno fatto compiere un ulteriore salto di qualità.

Il giudizio del tecnico calabrese su Lorenzo, infatti, è stato fin dal primo momento chiaro: Insigne è uno dei più talentuosi calciatori del nostro campionato, e se gioca come sa non può che essere un importante valore aggiunto per la squadra. Il capitano, dimostrando come sia un giocatore che per rendere al meglio ha bisogno di sentire la fiducia dell’ambiente e di avere un ruolo centrale nel progetto tecnico, ha ripagato alla grande la stima concessagli da Gattuso, rendendosi protagonista di una serie di prestazioni di ottimo livello e divenendo, come forse non era mai stato, leader carismatico di un gruppo che giorno dopo giorno ha cercato di ricostruirsi dalle macerie in cui si era ritrovato.

Non c’è dubbio, dunque, che anche nella stagione ormai alle porte Lorenzo Insigne sarà uno degli elementi fondamentali di una squadra che proverà, anche grazie al suo capitano, a mettere da parte l’annata altalenante appena conclusa ed a tornare a competere per le prime posizioni della classifica.

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Redazione Desk

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