Lady in the city
Rubrica di Eliana Iuorio
Non so se a guidare il ditino del premier Letta sia stata la fretta o se egli appartenga al partito del “mi esprimo ad ogni costo”.
Certo, è che quel suo “cinguettìo”, di poco fa mi ha dato profondamente fastidio (“Ho appena telefonato a Franco #Gabrielli al #Giglio. Gli ho detto che tutti coloro che stanno lavorando lì sono un grande orgoglio italiano”).
Non so.
Avrei preferito che avesse ricordato le vittime del disastro.
Perchè il recupero del relitto sarà di sicuro un’impresa eccezionale, ma non possiamo seguire le operazioni tecniche, dimenticando che per l’incapacità e la vigliaccheria di un certo sig. Schettino e dei suoi sottoposti, lì, su quella nave e nel mare adiacente l’isola del Giglio hanno perso la vita tantissime persone.
Il premier Letta plaude a chi sta effettuando il recupero di quella che un tempo fu una bella nave da crociera, dove tanta gente intendeva solo divertirsi e farsi una vacanza.
Leggo di Piombino, Palermo, Castellammare di Stabia, che attendono con la bava alla bocca – considerato che ci sono centinaia di operai portuali in cassa integrazione, di questi tempi – che la nave possa essere trasportata presso il proprio porto e che quindi possa essere assegnato loro l’incarico della demolizione.
Capisco.
Ma fra lo show delle tv nazionali e straniere, i giornali, le redazioni web che si sono affollate al momento del disastro e si affollano oggi, per meglio riprendere le operazioni e/o scattare le foto più “impressionanti” degli interni del relitto; i turisti che si accalcano per farsi fotografare con la tragedia di sfondo; la guerra dei poveri nei porti che attendono le commesse; il presidente del consiglio che si sente orgoglioso per il gran lavoro che stanno realizzando le squadre di recupero… ci poteva stare, un messaggio alle famiglie delle vittime ed un ricordo delle tante persone uccise da un altro italiano che non rende orgoglioso alcuno.
Sono afflitta da un gran senso di nausea. E – con tutto il rispetto – preferirei sentirmi orgogliosa di altro: magari di un capitano che davanti ad una tragedia come questa, avesse salvato tutti i passeggeri, piuttosto che cercare la strada più veloce per scappare, abbandonando la nave e la gente. Ecco: sono orgogliosa dei soccorritori e di Giuseppe Girolamo, il giovane musicista di Alberobello che è sceso dalla scialuppa per far spazio ai più piccoli. Al primo impiego, nello staff di una nave da crociera, si è comportato da eroe, davanti alla tragedia, sacrificando la sua stessa vita.
Ed è per questo, che dalle pagine della mia rubrica, a nome di tutti gli italiani che la pensano come me, intendo inviare un messaggio di affetto, per le tante vittime di questa assurda sciagura e per i loro familiari, che quotidianamente, soffrono per un dolore che non è lontanamente immaginabile da noi altri, spettatori di questo “reality”, in onda – ormai è chiaro – a reti unificate, per la “tasca” di tanti.