Lovesong racconta – in musica e movimenti del corpo – della difficoltà dell’intimità e della fase ostica delle relazioni, attraverso l’analisi di una rapporto di coppia.
Una pièce che racconta la complessità delle relazioni umane e nello specifico di quelle sentimentali: questo è Lovesong, spettacolo in programma domenica 15 gennaio (ore 19) a Capua (Caserta), nella Sala Teatro di Palazzo Fazio. Lovesong, ideato dalla coreografa Nicoletta Severino, che ne ha curato drammaturgia, coreografia e regia, racconta – in musica e movimenti del corpo – della difficoltà dell’intimità e della fase ostica delle relazioni, attraverso l’analisi di una rapporto di coppia.
Si tratta della versione estesa di un lavoro precedente, approfondito nell’attenzione dedicata ad ogni aspetto della relazione con l’altro: l’innamoramento iniziale, l’intesa, la complicità, la tenerezza, l’eros, e poi il conflitto, il senso d’ineluttabile fallimento, la frustrazione, il dolore e la nostalgia. Il lavoro parte dalla presentazione di due individualità (interpretate dal danzatore Guglielmo Schettino e dalla stessa Severino) e del loro inappagato bisogno di relazione, mostrando dapprima un rapporto trasognato, avvolto in una dimensione ideale e immediatamente dopo la realtà.
LEGGI ANCHE: Edgar Degas, il maestro impressionista inaugura il programma di mostre a Napoli
I due protagonisti si muovono sul tappeto musicale intessuto con brani di Elvis Presley, Pink Floyd, Leonard Cohen, Velvet Underground & Nico, The Platters, The Doors, Radiohead, Damien Rice, Jeff Buckley, Joy Division, Jacques Brel, Amy Winehouse.
Le foto di scena sono di Fernando Alfieri. Lovesong – prodotto dalla Scuola di danza Attitude di Napoli – è, si sottolinea, “una canzone d’amore all’amore, al bisogno emotivo, di relazione, di condivisione che ciascuno di noi ha, ma anche un’amara consapevolezza della complessità dei rapporti umani e della mortalità dei sentimenti, della solitudine esistenziale e profonda che ci portiamo dentro”.
Una canzone “fatta di delicatezza e violenza, di senso d’incomunicabilità, di desiderio e di affanno, di slancio, ma anche di conflitto, che porta in scena la poesia del prendersi cura dell’altro e la vulnerabilità del donarsi, l’aspirazione mai realmente appagata al contatto e l’impossibilità di guardarsi davvero. Una canzone d’amore, allora, che racconta ciò che è e ciò che sarebbe bello che fosse”.