Luigi De Magistris è in pericolo di vita?

Luigi De Magistris è in pericolo di vita? Sullo sfondo del parapiglia mediatico che contrappone colpevolisti e innocentisti, il caso De Magistris si colora a tinte fosche in un articolo a firma di Arnaldo Capezzuto, giornalista e blogger de Il Fatto Quotidiano

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La condanna a un anno e tre mesi per abuso d’ufficio di Luigi De Magistris, relativa al periodo in cui l’attuale sindaco di Napoli era ancora magistrato e, in qualità di pm a Catanzaro, responsabile dell’inchiesta Why Not, continua a far discutere per le sue inevitabili ripercussioni.

In primo piano c’è il dibattito politico, quello sulla possibilità di una sospensione del sindaco dai suoi incarichi politici: nonostante la sospensione della pena e la non iscrizione nel casellario giudiziario, il prefetto potrebbe infatti decidere, in base alla legge Severino, di sospendere Luigi De Magistris dalla sua carica politica; circostanza, questa, auspicata da alcuni e temuta da molti. Mentre la Giunta si stringe intorno al suo sindaco e un po’ da ogni parte si levano proclami di solidarietà nei confronti di De Magistris, vittima di una condanna ingiusta, figlia di un errore giudiziario senza precedenti, lui, Giggino, afferma di non voler mollare, e si prepara a fare, come il caffè, il “sindaco sospeso“, “scendendo per le strade di Napoli, incontrando i miei concittadini e, perché no, magari riparando anche qualche buca”.

Mentre il carosello mediatico continua il suo incerto andirivieni tra speranze e supposizioni, ipotesi inquietanti si affacciano intanto all’opinione pubblica su uno sfondo complottistico che vede nella condanna di De Magistris un semplice strumento per mettere ko l’ex magistrato e primo cittadino di Napoli e allontanarlo definitivamente dalla vita politica. Un complotto dietro al quale si celerebbero mani oscure e criminose al punto da essere capaci di macchiarsi di ben più gravi delitti. E di far temere addirittura per la vita del sindaco di Napoli.

Luigi De Magistris è in pericolo di vita?

È più o meno questo il tono di un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano a firma del giornalista e blogger Arnaldo Capezzuto, che vede la condanna per abuso d’ufficio di Luigi De Magistris come un male minore rispetto a ciò che gli sarebbe potuto accadere. Una condanna che, stando a quanto scrive Capezzuto, “viene da lontano e affonda le sue radici in un contesto torbido e inquietante”. Una “matassa ancora oggi ingarbugliatissima”, che porta direttamente al cuore di “fatti, circostanze e segreti di pezzi importanti delle istituzioni e personaggi infedeli” di cui De Magistris sarebbe sempre stato a conoscenza attraverso il suo lavoro da pm.

Una “conoscenza” il cui prezzo, secondo Capezzuto, avrebbe potuto essere molto più alto di una “semplice” condanna: “Luigi De Magistris dovrebbe ringraziare San Gennaro se è vivo” scrive Capezzuto chiaro e tondo, senza mezzi termini. “A volte” prosegue, “nel nostro paese il tritolo viene utilizzato per fatti meno importanti”. Una affermazione bomba (è proprio il caso di dirlo), che getta una luce sinistra sul destino del sindaco ex magistrato che, secondo Capezzuto, sarebbe (o quantomeno sarebbe stato) in serio pericolo di vita per le indagini condotte nell’ambito non soltanto dell’inchiesta Why Not, ma anche delle altre due scottanti indagini di cui era responsabile a Catanzaro: Poseidone e Toghe Lucane.

Le intercettazioni con le minacce di morte a De Magistris

A sostegno della sua tesi Capezzuto cita anche una intercettazione telefonica mandata in onda da Michele Santoro durante una puntata di Annozero in cui Giuseppe Chiaravalloti, ex governatore della Regione Calabria, al telefono con la sua segretaria, minaccerebbe di morte l’allora pm di Catanzaro e futuro sindaco di Napoli.

Insomma: il nostro Giggino rischia o ha rischiato davvero di restare ucciso in un complotto per occultare la verità? Arnaldo Capezzuto ne sembra convinto. E, se così fosse, da chi sarebbe stato ordito il complotto? E di che natura e di quale portata sarebbe questa verità che è così importante tenere segreta? Il mistero della condanna e degli oscuri rapporti che tuttora legano la magistratura alla politica e la politica all’imprenditoria si infittisce.