Lunedì 14 settembre Vladimiro Bottone presenta “Non c’ero mai stato” alla libreria Io ci sto

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Vladimiro Bottone e “Non c’ero mai stato” (Neri Pozza), il suo ultimo romanzo, che sta incontrando il grande favore di pubblico e critica, saranno ospitati, lunedì 14 settembre, alle 18, nello spazio “Io ci sto”, in via Cimarosa 20 (Piazza Fuga). Con l’autore interverranno Titti Marrone e Enza Alfano.

Vladimiro Bottone, con incredibile maestria si sposta dal romanzo storico, “Vicaria. Il giardino degli inglesi”, a un romanzo psicologico, introspettivo, ricco di eros e passioni espresse e inespresse. Ci sono tante cose in “Non c’ero mai stato”: c’è il tema del conflitto generazionale, quello della violenza, ma anche quello dell’amore. Il romanzo è ambientato in una Napoli scura e ricca di conflitti, ma sempre bella.

NON C’ERO MAI STATO

Ernesto Aloja è un ex editor: ha passato l’intera vita professionale a correggere i romanzi degli altri, dopo aver rinunciato a scriverne in proprio. Da poco è tornato a Napoli, il luogo dei suoi traumi giovanili. Ernesto ne censura il ricordo con gli psicofarmaci e frequentando, stancamente, due amanti che non gli procureranno mai fastidi.

Questa routine è spezzata dall’arrivo di un dattiloscritto. Si tratta di un romanzo chiaramente autobiografico, il racconto di esperienze disordinate e promiscue. D’istinto Ernesto si sbarazzerebbe di un testo che ha la capacità di turbarlo profondamente. Non può evitare, però, di incontrarne l’autrice. Lena Di Nardo è una trentenne magnetica e disturbante.

Una giovane donne che condivide l’esistenza precaria e senza prospettive della propria generazione. Lena vive nell’hinterland napoletano. Tutto, quindi, congiura perché lei rimanga una predestinata a non farcela. Ernesto che ha sempre seguito la nascita di romanzi, stavolta ha l’impulso di far sbocciare una romanziera.

Hanno così inizio i loro incontri settimanali, nella casa panoramica dove l’editor abita solo. Quello di Ernesto e Lena si rivelerà, da subito, come un apprendistato reciproco: di Lena alle tecniche della scrittura, di Ernesto ad un mondo per lui inedito. Sia con le proprie pagine, sia facendosi accompagnare nelle sue scorribande notturne, Lena conduce l’editor in un mondo per lui estraneo.

Un mondo dove la fa da padrona la sessualità usa-e-getta dei coetanei di Lena, consumata durante notti in discoteca a base di alcol, sostanze e indifferenza per il senso del limite che ha improntato tutta la vita di Aloja. La destabilizzazione psicologica dell’editor, poi, è accentuata da strani episodi di cui la sua allieva è vittima.

Alcuni pedinamenti; lo speronamento notturno dell’auto di Lena; un diverbio di lei con una misteriosa ragazza nel parcheggio della discoteca; alcune aggressioni verbali sul suo profilo Facebook. Il tutto mentre le notti di Aloja iniziano a venire disturbate da uno stillicidio di telefonate anonime.

Troppo tardi Ernesto ha la sensazione di essersi avventurato in territori dove non era mai stato. Territori che riguardano il passato di Lena, ma anche quello personale dell’editor. Al fondo di questa discesa agli Inferi, una doppia rivelazione spietata come ogni verità rimossa. Ernesto Aloja non potrà che scriverne, finalmente in prima persona.