Da quando si sono conosciuti, circa un paio di mesi fa, Sergio e il suo cucciolo Rossini sono inseparabili. Magari sarà capitato anche a voi di incrociarli, mentre passeggiano per via Toledo, guardando le vetrine e sbrigando commissioni. Solo che Rossini non è un cane al guinzaglio, ma un gatto. Che se ne va in giro “arrampicato” sulla spalla del padrone.
“Un gatto da palcoscenico” precisa Sergio, riferendosi alla bizzarra abitudine di Rossini, “o anche un ‘pappagatto’, come lo chiamo io. Probabilmente in una vita precedente doveva essere un pappagallo, o un cane. Ha un po’ di crisi di identità” scherza. Perché lo porta in giro così, su una spalla? “In realtà non sono stato io a deciderlo, è lui che l’ha scelto” spiega Sergio. “Appena metto il giubbino lui, con molta naturalezza, si arrampica sulla spalla. E io lo porto con me”. È una storia d’amore e di grande tenerezza, quella tra Sergio e il suo gattino, di quell’amore e quella tenerezza profondi e incondizionati; sentimenti che forse sono possibili solo tra un uomo e il suo animale da compagnia. Una storia che inizia circa due mesi fa, quando Sergio trova Rossini nascosto sotto al motore di una macchina. “In realtà è stato lui a trovare me, quando ero in un momento difficile della mia vita. Una sera tornando a casa ho sentito miagolare, certo non poteva essere un’auto ecologica ‘a gatti’. Allora ho provato ad avvicinarmi. Non era la prima volta che cercavo di salvare un gatto dalla strada. Rossini, a differenza degli altri gatti, non è scappato, anzi. Si è lasciato prendere, e miagolando mi ha detto: ‘ho freddo, portami a casa’. Come potevo dirgli di no?”.
Da quel giorno Sergio e Rossini (nome altisonante che suggerisce la passione di Sergio per l’opera) sono davvero inseparabili. “Credo che dovremmo abituarci all’idea che non è tanto strano vedere un animale per strada. Gli animali fanno parte della nostra vita, e in alcuni casi sono molto migliori di tante bestie ‘a due zampe’ che ho avuto il (dis)piacere di incontrare. Poi, vivendo solo è piacevole avere qualcuno che ti fa le feste quando torni a casa, o che ti dice ‘usciamo un po’, oggi mi annoio’. Non c’è niente di strano in tutto questo. E poi, ve l’ho detto, non sono io, è lui che decide” conclude Sergio. “Semplicemente, io gli faccio da spalla“.
This post was published on Giu 6, 2014 11:42
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