Giuseppe Montalbano era un medico, politico e patriota. Fu ucciso la sera del 3 marzo 1861 per aver difeso la terra dei contadini contro le usurpazioni del ceto agrario e baronale. Da quest`anno, il suo nome è il primo del lungo elenco di vittime innocenti delle mafie, che Libera cura da oltre 27 anni. Dal 1861 a oggi sono 1069 i nomi dell’elenco. 1069 storie che ripercorrono tutta la storia d’Italia, dall’Unità fino all’anno scorso, quando alla periferia di Napoli resta vittima di un agguato di camorra Antimo Imperatore, operaio 56enne, ucciso mentre stava montando una zanzariera a casa del vero obiettivo del killer. I nomi saranno letti a Milano martedì 21 marzo in occasione della Giornata della Memoria e dell`Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico sotto Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, che si svolgerà a Milano, in collaborazione con la Rai e con il patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia,
La Giornata promossa da Libera, dal 2017 è stata riconosciuta dallo Stato e vedrà una grande partecipazione di giovani, associazioni, gruppi, rappresentanti delle istituzioni, del sindacato, del mondo della scuola, della cultura, dello sport.
In totale, le donne vittime della violenza mafiosa sono 133. Alcune sono donne colpite da proiettili vaganti, altre sono vittime di vendette trasversali, uccise per legami parentali con uomini di mafia, ma del tutto estranee agli affari del clan. Altre, ancora, sono donne uccise per essersi opposte al potere economico, politico, sociale e “culturale” delle mafie. Amministratrici pubbliche, magistrate, poliziotte, ma anche donne provenienti da contesti mafiosi che si sono ribellate alla “cultura mafiosa”, finalizzata a costruire dei legami basati esclusivamente su rapporti di forza, violenza e sopraffazione. Sono, invece, 115 i nomi di bambini uccisi dalle mafie. La più piccola è Caterina Nencioni, 50 giorni, uccisa dalle bombe di via dei Georgofili, insieme a tutta la sua famiglia e al giovane Dario Capolicchio. Tra i nomi inseriti in elenco negli ultimi anni, sono sempre più numerosi quelli di vittime internazionali. Come Derk Wiersum e Peter de Vries, uccisi ad Amsterdam per essere diventati avvocato e consigliere di fiducia di Nabil B., testimone chiave del processo contro Ridouan Taghi, boss della criminalità organizzata marocchino-olandese. In totale, le vittime internazionali sono 49. Tra queste, soprattutto giovani migranti dall’Africa e dall’Europa dell’est, morti per mano del caporalato nelle campagne pugliesi e della provincia di Caserta. Ma anche magistrati, come Pierre Michel, attivisti come Luc Nkulula, e soprattutto giornalisti. Sono 11 i giornalisti uccisi per mano mafiosa in diverse parti del mondo, dalla Russia alla Somalia, da Malta al Libano. Tra loro, 6 donne.
“E’ importante- commenta Daniela Marcone, ufficio di presidenza di Libera e responsabile Libera memoria – ricordare le oltre 1000 persone uccise dalle mafie nella loro vitalità, nel loro essere madri, padri, figli, sorelle, mogli e mariti, cittadini del nostro stesso mondo. La memoria che custodiamo è fatta di ricordi vivi che restituiscano ai familiari una speranza importante, che permetta percorsi difficili di vita e di ricerca di una verità processuale imprescindibile. L’80% dei familiari delle vittime innocenti di mafia non conosce la verità e non può avere giustizia. Il nostro percorso di approfondimento non è mai stato una questione di numeri, ma questi ultimi segnano dei solchi precisi nella nostra percezione della gravità dei fenomeni mafiosi, confermando l’urgenza di un impegno sempre più convinto ed efficace. Le vittime innocenti delle mafie- continua Daniela Marcone- non vogliono essere solo ricordate. Vogliono che continuiamo il loro impegno, che realizziamo le loro speranze. Ricordare, riportare al cuore le vite di persone strappate alle loro famiglie, realizzando, nei fatti, un “diritto” al nome e al ricordo che non ha contenuto “civilistico” ma etico, umano, solidale: valori portanti di una comunità capace di costruire un processo di Memoria.
Nell’occasione Libera presenta Vivi, un archivio multimediale, aperto e accessibile a tutti, dove sono raccolte tutte le storie delle oltre 1000 vittime innocenti delle mafie, e arricchito con testimonianze, ricordi, aneddoti,album di famiglie e interviste dei familiari. Un album collettivo in cui ritrovare la memoria dei propri territori.(vivi.libera.it). Un viaggio multimediale tra racconti, ricordi e impegno. Un luogo di memoria in cui scoprire i volti, le storie, i sogni delle persone vittime innocenti delle mafie. Un web doc dove ascoltare le parole dei familiari per costruire un ponte con le nuove generazioni.
Il 21 marzo, non è mai stata una data fine a se stessa, ma sempre la tappa di un impegno che dura 365 giorni all’anno nelle scuole, nelle università, nelle associazioni, nelle parrocchie e dovunque i cittadini vivono quella responsabilità per il bene comune che è il primo antidoto al male delle mafie e della corruzione. Dopo tredici anni Libera torna in Lombardia, torna a Milano dove si ritroveranno agli oltre 500 familiari di vittime innocenti delle mafie che arriveranno nel capoluogo lombardo da tutta Italia. Persone da sostenere ma anche preziose compagne del nostro impegno.Il 21 marzo a Milano si svolgerà un corteo con partenza ore 9.00 da Corso Venezia per arrivare a Piazza del Duomo dove alle 11.00 inizierà la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie. A seguire l’intervento conclusivo di Luigi Ciotti. Nel pomeriggio si svolgeranno i seminari di approfondimento e proiezioni per gruppi e scuole. Lunedì 20 marzo Milano abbraccia i familiari provenienti dalla Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e dal Nord Italia che si ritroveranno alle ore 15.00 presso l’Università Statale di Milano per Assemblea Nazionale a seguire alle 18.00 Veglia ecumenica presso la Basilica di Santo Stefano Maggiore.
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