Il Maggio Partenopeo nei Libri, ideato e organizzato dalla instancabile Anna Copertino, ieri ha visto una nuova affascinante pagina della sua vita: la presentazione di Lilith, l’ultima opera di Chiara Tortorelli, una scrittrice che non smette mai di sorprenderci con il suo amore per la sperimentazione, con il suo costante desiderio di giocare con le parole, di decodificare la scrittura e riproporla in una versione inedita, moderna e al contempo antica.
La location è speciale: l’accogliente pezzo di porticato antistante la Libreria Mondadori di Rione Alto, e, per parlare di Lilith, Anna Copertino ha invitato Vincenzo Vacca, Margherita Siniscalchi e Rosalia Catapano (che poi sarei io).
Lilith è un libro speciale e originale, proprio come la sua autrice. Poesia e prosa si fondono e si rincorrono per raccontare la storia di Lilith, la prima donna, la donna ribelle, la donna di cui meno si parla meglio è. Lilith è la donna strega, quella per cui si appiccheranno fuochi, quella con cui si terrorizzeranno i bambini. Quando arriva Lilith è tutto uno scompiglio, è tutto uno stravolgere le regole dell’ordine costituito. Quando arriva Lilith anche le presentazioni perdono il loro assetto tradizionale.
I commenti si susseguono, i relatori e il pubblico dialogano in un vivificante scambio di idee e di esperienze. Quando arriva Lilith alcuni passanti accelerano e scappano via, “cos’è questa cosa stravagante di raccontare un libro per strada?” forse si stanno domandando. Quando arriva Lilith altri passanti invece, si fermano, incuriositi, ascoltano e si appassionano a questo strano affascinante libro, e poi finirà che lo acquisteranno, mentre erano lì per strada solo perché avevano bisogno del pane per la cena e di un chilo di mele.
Ma torniamo al libro: Lilith parla di donne, ma è rivolto forse soprattutto agli uomini, o per meglio dire è rivolto a tutti gli esseri umani con l’auspicio che le separazioni e le lotte di genere si trasformino in armonia e ricchezza per tutti. Penso di interpretare così la visione filosofica ed esistenziale che ha mosso l’autrice nella scrittura di questo libro. I brani in prosa raccontano la storia di Lilith, la parola poetica si muove e oscilla tra la rappresentazione del femminile nella sua universalità e il racconto personale e intimo in cui si rintraccia Chiara, con la sua unicità di anima bella e liquida.
La presentazione va avanti tra i contributi e le riflessioni di tutti i presenti, va avanti oltre i tempi stabiliti, perché quando arriva Lilith saltano gli schemi, la cognizione del tempo si perde e si disperde nel vortice delle parole e delle emozioni. La presentazione va avanti nonostante un vento freddo impensabile per il nostro dolce maggio, un vento di nord che si avvolge intorno alle caviglie, che si insinua nei nostri soprabiti leggeri. Forse è questo che succede quando arriva Lilith? Forse Qualcuno molto, molto in alto voleva scacciarci da lì?
Ma noi siamo rimasti e Lilith, ormai, è nei nostri cuori, nei cuori di tutti coloro che erano ieri catturati dal vento e dalla fascinazione della scrittura di Chiara Tortorelli.
Oggi, che il vento si è placato, aspettiamo i nuovi eventi del Maggio Partenopeo nei Libri, aspettiamo nuove emozioni e nuovi preziosi incontri.
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