di Francesco Di Serio
Un altro anno è andato via, ed uno nuovo che noi stessi carichiamo di attese, è subentrato. Non per tutti però le festività sono momenti attesi e lieti. Per diverse categorie di persone sono un evento sofferto. Primi su tutti medici, inferieri ed addetti alle ambulanze: anche quest’anno, come ogni altro capodanno, si sono ripetuti tristi scenari con feriti da botti e fuochi, e gli uomini del 118 hanno trascorso il primo giorno nuovo a soccorrere bambini ed adulti, che per irresponsabilità o incidenti (dovuti ad altrui responsabilità) si sono feriti in maniera più o meno grave, ed hanno loro stessi trascorso in Ospedale la loro prima alba del 2014.
A Napoli, anche quest’anno, il triste primato dei feriti. Il caso più grave tra i minori però è stato un bambino nel milanese a cui sono state amputate tutte le dita di una mano. Ogni anno si fa la conta degli episodi, e si sta lì a descrivere se i numeri sono stati meno o più pesanti dell’anno precedente, cosa che conforta davvero poco, poiché si vorrebbe semplicemente che l’intelligenza delle persone non facesse accadere nulla di pericoloso.
I medici, gli infermieri, vivono ormai con ansia i giorni che precedono la fatidica data; sperano e pregano che questa volta gli appelli dell’informazione facciano effetto, soprattutto sul non acquisto di botti illegali, e che la sensibilità dei cittadini sia forte tanto da capire il pericolo ed evitare stupide esagerazioni, ma ogni anno arriva la notte temuta, e ogni anno loro sono lì, a correre verso un nuovo ferito, tanto che, se parli con uno di loro, puoi sentire trapelare dalla sua voce un leggero odio nei confronti di questa festa.
Un’altra categoria sono i Soccorritori Alpini: questi ancora più colpiti, poiché il periodo del loro impegno non si limita ad una notte critica, ma abbraccia un arco che è molto più lungo, e che copre tutte le festività natalizie. Da quando la gente inizia a liberarsi dai propri impegni, e si reca a trascorrere in montagna, sulla neve, le proprie ferie. Dovrebbero essere giorni di divertimento e spensieratezza, a fare attività sicure e giochi con palle di neve.
Invece, immancabilmente, escursioni pericolose, sciate fuori pista, ed altre azioni superficiali, rendono luttuoso tutto il periodo, con valanghe che sommergono persone, o con cadute mortali. Subito operatori di soccorso alpini sono lì con i cani addestrati ed elicotteri, ma spesso non possono far altro che constatare l’avvenuta disgrazia, e assistere al dolore delle famiglie.
Sono certamente addestrati e preparati all’attività, ma di sicuro vorrebbero impiegare le loro forze e capacità per eventi particolari e in contesti quotidiani di lavoro, non costretti ad attivarsi nei giorni di festa, e raccogliere i tristi effetti di stupidità e irresponsabilità. Entrambe le categorie non fanno altro che vivere questi giorni con un solo mantra: pregando “che al più presto finiscano queste feste”, e forse maledicendole.
2 Gennaio 2014