“Malù si annoia”, intervista a Serena Venditto

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di Paquito Catanzaro.

Delle milleuno attività da realizzare in quarantena, c’è chi ha scelto di risolvere un delitto. Tranquilli, si tratta solo di finzione, anzi narrazione. Serena Venditto, autrice de “L’ultima mano di burraco” (giusto per citare l’ultimo romanzo, edito da Mondadori) ha pensato bene di regalare ai propri lettori “Malù si annoia”, un racconto che vede protagonisti i cinque inquilini di Atri 36, spin off della fortunata serie di indagini di Mycroft il gatto detective. A proposito di felini, a uno in carne e ossa si deve la nascita di questa storia.

«Una notte» racconta divertita Serena «il mio gatto mi ha svegliato in vena di coccole alle 4 del mattino. Tornata a letto non riuscivo a chiudere occhio. Mi sono chiesta: che staranno facendo i coinquilini di Via Atri 36 in questo momento? E la storia mi è venuta in mente così, dall’inizio alla fine. Per fortuna» continua «era venerdì santo e avevo due giorni liberi davanti. La sera di Pasqua il racconto era finito. L’ho inviato alla mia editor e lei è stata entusiasta dell’idea di un e-book gratuito con un invito alla donazione, come ha fatto Antonio Manzini».

In poco più di ventiquattr’ore, “Malù si annoia” è balzato al quarto nella sezione degli e-book gratuiti di Amazon e al secondo per la categoria Gialli.

Beniamini di migliaia di lettori, i cinque coinquilini devono affrontare un nemico temibile: la noia. Oltre a scrivere, come hai trascorso il tempo durante questa quarantena? «Al Museo, dove lavoro, siamo in regime di smart working. Per fortuna» spiega «siamo impegnati in molti progetti. Contemporaneamente ho lavorato all’editing di alcuni romanzi di Homo Scrivens. Poi: lavo, stiro, cucino e leggo. E mi concedo un’ora di zumba ogni sera, altrimenti non uscirei dalla porta alla fine della quarantena».

Al di là del cadeau per i lettori, “Malù si annoia” è importante per veicolare un messaggio solidale: sosteniamo gli ospedali e lo straordinario lavoro di medici e infermieri. «Il racconto è dedicato a coloro che, in questi mesi, sono stati impegnati al fronte nella lotta al virus. Ho voluto inserire nel racconto un link per una raccolta fondi per il Cotugno. Quello che stanno facendo è straordinario, e hanno bisogno del nostro sostegno». https://www.gofundme.com/f/raccolta-fondi-per-il-cotugno-di-napolicovid19

Il download gratuito del racconto è un importante segnale di solidarietà digitale da parte di Mondadori. Quanto e come uscirà cambiata l’editoria dopo questo periodo? «Come tutto il nostro mondo ripartirà a ritmi più lenti, ma ripartirà, anche perché la lettura, rispetto ad altri intrattenimenti, non si è mai fermata e non prevede assembramenti, tranne per le presentazioni e le fiere che spero ripartano al più presto».

Dulcis in fundo entriamo nella stanza dello scrittore: oltre a questo racconto, hai approfittato della quarantena per scrivere o, quantomeno, riordinare le idee per un nuovo romanzo? «Qualcosa, sì, dopo il blocco dei primi giorni. Vedremo».