di Sara Di Somma
Napoli – Dopo il MOMA arriva il MAMT, il nuovo museo napoletano che aprirà i battenti domani all’ex Grand Hotel de Londres, sede della Fondazione Mediterraneo che ne ha ideato e gestito la creazione. Il nome – che pur mancando di una “emme” rievoca un’esclamazione ben nota del dialetto napoletano – è in realtà l’acronimo di Museo Mediterraneo dell’Arte, della Musica e delle Tradizioni: nome certamente esplicativo ed affascinante, ma piuttosto lungo da ricordare rispetto alla rievocata esclamazione dialettale di cui sopra.
Fotografia, architettura, musica e tradizioni sono le quattro sezioni del MAMT, che si sviluppa su ben 4 piani: cultura popolare e storia si intrecciano nelle sale del MAMT dove è possibile rivivere le origini della cultura mediterranea attraverso oggetti, reperti, documenti, video ed immagini provenienti da oltre 40 paesi e ottenute, in parte, grazie al contributo di appassionati della cultura e rappresentanti di organizzazioni internazionali. Inoltre, sarà possibile ammirare i doni offerti dai Capi di Stato e di Governo che hanno varcato la soglia della Fondazione Mediterraneo per inaugurare le sale del Museo dedicate ai propri Paesi. Il MAMT è, infatti, frutto di un lavoro che va avanti da circa 15 anni ad opera della Fondazione Mediterraneo che ha inteso portare in città un nuovo polo culturale, dove si potesse respirare la “mediterraneità”, scoprendo e rinsaldando le antiche e storiche origini in cui essa affonda le proprie radici. Oltre alle esposizioni e alle 12 sale per convegni, sarà possibile accedere alla biblioteca, all’emeroteca, alla Music Hall e persino ad un ristorante dedicato alla cucina mediterranea; per gli amanti dei viaggi nel tempo il MAMT resta aperto anche di notte per l’iniziativa “Una notte nel Museo”, che permetterà di alloggiare nella stanza dedicata a Churchill, la stessa dove questi alloggiò in visita a Napoli nell’allora Grand Hotel de Londres.
Domani alle 18, in occasione dell’inaugurazione del MAMT, sarà aperta anche la sala preghiere, dedicata a tutte le religioni monoteiste del Mediterraneo, un “luogo di preghiera per i musulmani e per tutti coloro che credono nel Dio Unico – come ha spiegato Michele Capasso, presidente della Fondazione Mediterraneo – “vi si trovano il Mihrab e due scritti rari sul nome di Allah. Il primo, offerto dal Sultanato dell’Oman, significa “Dio Clemente e Misericordioso” ed è tagliato dalla copertura della Kaaba, una costruzione che si trova nella Masjid al-Haram, al centro della Mecca e costituisce il luogo più sacro dell’Islam. Il secondo, offerto dal Regno del Marocco, significa “Dio è grande ed unico” ed è realizzato da antichi artigiani marocchini“.