“Girare film a Napoli non comporta alcun problema. Anzi, mette allegria”. Ad affermarlo è Marco Manetti del duo Manetti Bros. che ha firmato il fortunato Song ‘e Napule. La sua affermazione è una replica, riportata in un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, al patron della Filmauro e presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che nei giorni scorsi ha dichiarato come sia “impossibile allestire un set in città”.
È così complicato girare a Napoli? De Laurentiis ha ricordato persino Agostino ‘o pazzo che «si piazzava davanti alla telecamera e chiedeva il pizzo».
«Non credo affatto sia complicato. Parlo, è chiaro, della nostra esperienza, che risale all’anno scorso. Non registrammo intoppi. Nessuno ci ha dato fastidio, e per fastidio intendo anche richieste di pizzo e cose del genere. Certo, capitavano i giorni in cui tanti curiosi si soffermavano intorno al set ma non erano affatto d’intralcio».
Curiosi e pure un po’ esuberanti.
«Sì in alcuni casi c’è chi provava ad autosegnalarsi, a presentare curriculum improbabili, chiedeva di poter recitare. Casi rari. Di problemi, ripeto, non ne abbiamo mai avuti. Zero».
È anche vero che la produzione di una casa grande come Filmauro è abbastanza complessa.
«In effetti viste le dimensioni dei loro set possono sorgere problemi logistici. Gestire grosse troupe e far circolare quattro tir con l’attrezzatura non è facile. Ma solo perché urbanisticamente la città non permette troppi movimenti. Mettici in più che star come Christian De Sica o altri vip da cinepanettone possono richiamare masse enormi di fan e ritardare le riprese».
Anche la troupe di «Gomorra- La Serie» deve fare i conti con difficoltà logistiche sia a Napoli che nell’hinterland, al di là delle polemiche coi sindaci.
«La serie tv ha tempi più serrati e in generale esigenze un po’ diverse rispetto a un lungometraggio. Ripeto: non credo sia Napoli il problema. Noi abbiamo girato scene anche in luoghi molto popolari. Ma non c’è mai stata tensione. Perciò stiamo pensando…».
…ad un nuovo film qui?
«Diciamo che stiamo elaborando un progetto pensando anche a Napoli perché, c’è poco da fare, non appena ci metti piede ti fa venire delle idee. E per chi fa un lavoro creativo è fondamentale».
Beh, anche la «vostra» Roma, set cinematografico per antonomasia, non lascia indifferenti. Cos’avrebbe Napoli in più?
«Va detto che sia io che mio fratello Antonio siamo nati a Roma ma non da genitori romani. Fattore che può sembrare trascurabile ma non lo è. Abbiamo girato e gireremo ancora nella Capitale, naturalmente. Però a me pare che a Napoli ci sia un forte fermento culturale, inteso in senso ampio, che va dalla musica a 360 gradi ad altre forme espressive. È una città-mondo. Perciò dico a De Laurentiis: lasciati abbracciare d’affetto da Napoli».
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