Centinaia di familiari di vittime innocenti delle mafie provenienti da tutta Italia si sono riuniti ieri a piazza Montecitorio per un presidio dove e’ stato illustrato un manifesto con una serie di richieste “di giustizia e di rispetto dei diritti stabiliti per legge”. “Mentre alla Camera si vota la fiducia al Milleproroghe frutto di faticosi compromessi – ha detto don Ciotti – noi siamo qui in piazza in silenzio ad esprimere la nostra sfiducia. Ma non dobbiamo mai dimenticare le cose positive di questi anni, vogliamo continuare a dare fiducia alla politica seria. Pero’ noi dobbiamo alzare la voce quando qualcuno sceglie il silenzio. Non possiamo stare zitti e inermi. La mafia piu’ pericolosa e’ la mafia delle parole, e’ immobilismo, la burocrazia, il promettere e non fare. La lotta alle mafie non puo’ diventare un esercizio retorico, uno strumento di facile consenso.ha sottolineato il presidente di Libera, I familiari meritano considerazione – ha sottolineato don Ciotti – e sono 25 anni che chiedono le stesse cose. Ora basta!” Nel manifesto illustrato in piazza si chiede alla politica di dare “delle risposte alle loro istanze e riteniamo sia una priorita’ modificare il senso stesso delle misure previste a favore delle vittime, in quanto ad oggi vengono definite ‘benefici’, mentre sarebbe giusto e culturalmente opportuno definirle ‘diritti'”.
Ecco le richieste nel dettaglio:
– che sia riconosciuto lo status di Vittima di mafia anche alle persone che hanno perso la vita a causa di eventi delittuosi di stampo mafioso in data antecedente al 1 gennaio 1961 e per le quali ricorrano i presupposti per il riconoscimento medesimo; – l’equiparazione delle vittime del dovere e delle mafie alle vittime del terrorismo, al fine di evitare ulteriori disparita’ tra le vittime in base alla tipologia dell’evento delittuoso; – che riguardo all’estraneita’ della vittima e dei suoi familiari fino al 4 grado, cosi’ come previsto dalle norme, sia effettuata una valutazione caso per caso, relativamente alle frequentazioni del superstite e dei familiari della vittima e non sul grado di parentela; – che in materia di prescrizioni e decadenze, previste anche da una recente circolare del Ministero dell’Interno, sia fatta un’attenta ed urgente riflessione per evitare interpretazioni ingiustamente restrittive; – un riordino ragionato di tutte le norme che disciplinano i diritti (benefici) previsti a favore delle vittime delle mafie, al fine di rendere effettiva la fruizione che rispetto ad alcuni punti fondamentali resta molto spesso solo sulla carta; cosi’ come chiediamo che i tempi della valutazione delle singole istanze non si dilatino a dismisura; – che l’attenzione alla vittima venga posta al centro della riflessione del legislatore, al fine di rendere operative anche in Italia le direttive europee in materia di tutela della vittima e dei suoi familiari, ad essa equiparati, in particolare rispetto alla stessa posizione dei familiari delle vittime nel processo, visibilmente limitata rispetto a quella del reo, dato anche l’approccio reocentrico del nostro sistema processuale; – promuovere un sostegno alle vittime dei reati intenzionali violenti.