Rimandata a causa dell’emergenza coronovirus, l’esposizione è composta da 330 opere distribuite lungo le sale del MANN dedicate alla preistoria
“Alla ricerca del tempo”. Non poteva avere titolo maggiormente appropriato la più grande mostra di Moebius mai realizzata in Italia e presentata venerdì mattina al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli).
Rimandata a causa dell’emergenza coronovirus, l’esposizione, visitabile fino al 4 ottobre, è composta da 330 opere distribuite lungo le sale del MANN dedicate alla preistoria.
La mostra si propone di svelare i legami tra il celebre fumettista francese e le radici antichissime della nostra civiltà. (Mostre, al Madre “Utopia Distopia”: debutta la direttrice Weir)
Ma ci sarà spazio anche per l’innovazione grazie alla realtà aumentata: basterà infatti scaricare una app e inquadrare le opere con il proprio smartphone perché alcune di esse prendano vita.
Lungo il percorso espositivo ad attendere i visitatori ci saranno tutti i personaggi più importanti che hanno reso Moebius celebre in tutto il mondo: dal guerriero Arzak, al maggiore Grubert, passando per i viaggiatori spaziali Stel e Atan, ma si potranno ammirare anche le vertiginose immagini dei carnet di Inside Moebius e le invenzioni fantastiche de La Faune de Mars, tutto senza dimenticare la sezione dedicata ai rapporti dell’artista con l’Italia.
Alla presentazione hanno partecipato Paolo Giulierini (direttore del MANN), Isabella Giraud (moglie del fumettista Moebius, direttrice di Moebius production) e Claudio Curcio (direttore generale di COMICON).
“Le opere del grande artista francese che amava Napoli e l’archeologia dialogano con i nostri reperti più antichi, in un’esposizione unica, attesa da tutti gli appassionati” ha dichiarato nel corso dell’evento di questa mattina il Direttore del MANN, Paolo Giulierini.
Un legame quello di Moebius con Napoli sancito anche da alcuni dei suoi racconti a fumetti che hanno per protagonista proprio la città partenopea: Vedere Napoli e Muori e poi vedi Napoli.
E sulla sua ‘missione’ di grande artista visionario, come ha spiegato la moglie Isabella: “Disegnare, scrivere, era per lui un modo per riappropriarsi di un destino umano, persino interstellare. È stato senza dubbio un modo per lasciare una traccia che speriamo tutti possa resistere alle sabbie del tempo”.
“Quando Jean Giraud divenne Moebius, – fa notare Claudio Curcio – tutto il mondo del fumetto ebbe finalmente la consapevolezza delle vere potenzialità di questo medium ed è anche e soprattutto grazie ad autori come lui se oggi il Fumetto ha il suo posto nelle forme d’Arte e di Espressione maggiori”.
L’allestimento della mostra, promosso nell’ambito del progetto universitario Obvia- Out of Boundaries Viral Art Dissemination, ha ottenuto il patrocinio di Regione Campania, Comune di Napoli ed Institut Français de Naples.