A ventisei anni dalla sera in cui persero la vita Gaetano De Cicco, Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino e Gaetano Di Nocera considerati vittime di camorra, mercoledì 11 novembre 2015 alle ore 10,00 ,come ogni anno, è avvenuta la marcia in memoria delle vittime innocenti. Sono trascorsi circa 26 anni dalla strage dinanzi al bar Sayonara a Ponticelli, avvenuta l’11 novembre del 1989, dove persero la vita sei persone, di cui quattro erano vittime innocenti: furono condannati all’ergastolo undici persone mentre altri sei divennero collaboratori di giustizia, la cui pena oscillava tra i sedici e i diciotto anni.
Preventivamente alla marcia sono stati svolti degli incontri con scuole, associazioni, volontari , in presenza, oltretutto, dei familiari del Coordinamento Campano dei Familiari delle Vittime di criminalità: i quali hanno dato adito ad un confronto mettendo al centro le proprie storie, nonché testimonianze. Il corteo è partito da Viale Margherita per poi arrivare in piazza Egizio San Domenico dove è stata inaugurata la scultura – opera – in memoria delle vittime innocenti di camorra; all’iniziativa hanno partecipato l’assessore ai Giovani, Alessandra Clemente, il Presidente di Libera don Luigi Giotti, l’Assessore allo sport, Ciro Borriello, la delegata alla legalità del Comune di Napoli, Anna Ferrara e tanti, numerosi cittadini, associazioni, scuole ed esponenti del territorio. La marcia si è conclusa con l’intervento finale di don Luigi Ciotti, il quale ha dichiarato: “I giovani sono il presente, bisogna assumersi le proprie responsabilità e contestare i falsi portatori di legalità, termine fin troppo abusato. E’ importante avere la cortenza di riconoscere quelle lobby che sfruttano l’immagine delle vittime innocenti soltanto per avere visibilità propria, difatti spesso vengono strumentalizzati i familiari delle vittime; giorni come questi dovrebbero avvenire 365 giorni all’anno, i quali servono a fare memoria e a testimoniare l’impegno sul territorio. La lotta reale contro chi appartiene alle associazioni criminali che sempre più spesso cercano di togliere i giovani alla cultura con il facile guadagno, la cui manovra porta a delle morti anche tra i giovani appartenenti alla criminalità.”
Bruna Di Dio
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