Marco Iannaccone – Scarlet Lovejoy e la mostra fotografica “Intimità riflessa”

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Marco Iannaccone - Scarlet Lovejoy e la mostra fotografica "Intimità riflessa"

Questo progetto fotografico nasce spontaneo, quasi per gioco, e mostra con autenticità momenti comuni di genuina intimità. La capacità di Marco Iannaccone – Scarlet Lovejoy sta nel catturare attraverso l’obiettivo, movimenti semplici, consueti ed istintivi, riempiti di luce naturale, proiezione di un’immagine che nella sua sincera naturalezza ha avuto un percorso eccezionale.

 

Marco Iannaccone: “La conoscenza divenne la mia fonte di libertà”

La mia infanzia era iniziata all’insegna del “mistero genetico “. Nel tempo il mio corpo stava assumendo caratteristiche fisiche – tipicamente androgine. Da bambino ero angustiato dal male di vivere, direi quasi soffocante perché dovevo attenermi, ogni volta, a delle regole mal impostate.. Le mie estati trascorse tra cortile, cucina e giocattoli rigorosamente da maschio, ferirono l’involucro degli anni della mia infanzia. Ai giochi ben presto si sostituì la scuola e tanti libri la conoscenza dei quali iniziava a dare delle risposte. La conoscenza divenne la mia fonte di libertà“.

Lo studiare ciò che mi piaceva dava un senso di libertà ma sempre più mi isolavo dai compagni di classe. Sembrava tutto surreale ed anche a scuola iniziai a stancarmi delle regole dei professori: Ero svogliato e spesso disegnavo mondi alternativi nei quali immergere totalmente il tempo. Le biblioteche erano diventate i miei rifugi dove il sapere si lasciava divorare dalle dita tremolanti. La scuola era per me un’ulteriore prigione dove professori ignoranti e compagni vedevano in me un giocatolo su cui riversare le loro frustrazioni. Quei seni (dovuti alla ginecomastia) erano il desiderio dei compagni di scuola, per me era un altro tassello da annoverare tra i desideri da svelare“.

Marco Iannaccone: “Volevo far uscire da quella prigionia la mia identità”

Poi però esplose la voglia di conoscere l’universo del buio. Smontando pezzo per pezzo i tasselli della gabbia vennero fuori, quando mi fu data la possibilità di utilizzare internet, di scoprire altre persone simili a me e decisi di prendere le distanze da tutto ciò che fosse prigionia. Iniziai a conoscere il mondo transessuale quasi subito, ero felice ma non totalmente appagato. Ero ancora un ragazzo nascosto dietro quintali di abiti. Volevo entrare nelle loro vesti e modellare la mia mente agli standard a cui non ero stata abituato. Presto iniziai a travestirmi in casa e la mia famiglia continuò a fare terrorismo psicologico. Ma oramai seguivo il mio interesse: far uscire da quella prigionia la mia identità“.

“Di nascosto andavo regolarmente alle sedute dalla psicologa e quando mio fratello lo scoprì una furiosa lite fece in modo che mi dileguassi nel nulla. Ho iniziato a sperimentare, a far parte di un mondo parallelo, sfogavo le mie frustrazioni nelle creazioni di suoni ex novo. Suoni surreali e trame sonore. Fu allora che capii che potevo far parte del mondo solo se avessi sperimentato, come facevo con i suoni. Parrucche, trucco, abiti da donna furono il trampolino di lancio per partecipare ai Pride e ben presto agli indumenti maschili si sostituirono quelli femminili. Tali cambiamenti hanno creato nel tempo, molti problemi in famiglia ma io mi sono sempre battuto per i miei diritti armandomi del coraggio necessario per continuare questo tortuoso viaggio nel mondo chiamato: “Transessualità“. Ed è così che ho spezzato i fili che tenevano su quella ragnatela tesa a trattenere i miei desideri nel mistero assoluto”.

Marco Iannaccone: una mostra che tratta la transessualità

In questo progetto fotografico Marco Iannaccone – Scarlet Lovejoy tratta la transessualità mostrando la visione di questa condizione secondo l’ottica di coloro che la vivono in prima persona. Ciò che emerge dagli scatti è l’assenza di artificiosità, l’estrema naturalezza sia del soggetto che dell’immagine in sé con un uso opportuno e appropriato della tecnica fotografica

La difficoltà di cambiare è il tema della performance di Scarlet Lovejoy – Marco Iannaccone. L’artista sceglie di mostrare il cambiamento più complesso, quello della sessualità. Nella performance l’artista si manifesta legato e costretto da fili rossi e scritte quali: famiglia, pregiudizio, opinione collettiva etc etc ossia tutto ciò che  imprigiona l’essere umano e gli impedisce la libertà d’espressione. La volontà ferma di essere ciò che si vuole, interpretata da Alessia, il transessuale ritratto in foto, trionfa contro la schiavitù della cella in cui è costretta la nostra anima, e taglia i fili lasciando manifestare in pieno l’autenticità dell’individuo.

– Inaugurazione mostra fotografia e performance

08-10-2015 ore 18:00

– Durata Mostra fotografica

08-10-2015 al 24-10-2015

– Luogo

Galleria d’arte Salvatore Serio