Marco Nonno, ombre sulla vicepresidenza: indagato per i fatti di Pianura, rischia 13 anni

Luci e ombre dell'ascesa politica del neo-eletto presidente del Consiglio Comunale, dalla discarica di contrada Pisani agli scranni di via Verdi

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La bufera dopo la vittoria. Ieri sembrava un trionfo, “un pagina importante scritta da questa Giunta”, come l’ha definito il sindaco De Magistris, l’elezione di Marco Nonno, ex An e ora esponente di Fratelli d’Italia, partito all’opposizione alla carica di vicepresidente del Consiglio Comunale.

Ma oggi la vice-presidenza assegnata a Marco Nonno con ben 21 voti a suo favore contro i 13 di Giuseppe Mundo (comunque pochini, se si considera l’alto tasso di astensione: Pd, Ricostruzione democratica, e Sel più qualche astenuto qui e lì) rischia di essere messa in discussione dal passato da “sobillatore” del neoeletto successore di Elena Coccia.

L’ascesa di Marco Nonno, da contrada Pisani al Consiglio Comunale

Oggi, dopo i festeggiamenti e la gioia di ieri, gli abbracci e i ringraziamenti di Nonno rivolti a tutti, “a chi mi ha votato e a chi no”, qualcuno si ricorda che sul capo del neoeletto vicepresidente del consiglio pende una possibile condanna a 13 anni di carcere, chiesti dal pm Ardituro, per le rivolte del 2008 contro la discarica di Pianura.

[quote_left]”Non esiste una telefonata, un filmato o una foto in cui io inciti a compiere atti di violenza”[/quote_left]

Secondo gli inquirenti, Nonno sarebbe stato addirittura il regista dei moti che infiammarono le strade del quartiere alla periferia nordorientale durante quel tragico gennaio. E fu proprio grazie a quella presunta regia, oggi negata dal consigliere di Fratelli d’Italia, che Nonno diede inizio alla scalata politica che in pochi anni l’ha portato a sedere per ben due volte consecutive, prima col Pdl poi con An, sugli scranni di via Verdi, eletto – al secondo mandato – con 3600 voti, di cui oltre 2500 provenienti dal feudo di Pianura. Un vero e proprio plebiscito che l’ha consacrato come consigliere “anziano”, in assoluto il più votato tra tutti i candidati alle elezioni del 2011.

La sentenza si avvicina, ma Nonno è tranquillo

Il giudice Aldo Esposito potrebbe pronunciarsi proprio in questi giorni, anche se sembra più probabile un rinvio. Intanto Marco Nonno non si scompone, incassa il colpo e va avanti. “Penso che fino al terzo grado di giudizio valga la presunzione di innocenza” afferma. Le due settimane trascorse in cella e i 13 mesi agli arresti domiciliari sembrano solo un ricordo lontano. D’altronde Nonno ha più volte ripetuto la sua estraneità alle accuse contestategli, e ha sempre ribadito la vocazione civica del suo impegno: “Volevo difendere il mio quartiere”. Chissà se in consiglio comunale apprezzeranno questa la sua schiettezza al punto da chiudere un occhio sul processo che a breve dovrebbe concludersi, e potrebbe impedire al nuovo vicepresidente di presenziare alle sedute del Consiglio Comunale. Per ben 13 anni.