Mascherine covid, chi deve usarle e dove: i consigli di Galli, Gismondo, Bassetti

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Chi farebbe meglio a indossare le mascherine e dove? Da Bassetti a Gismondo e Vaia, ecco come la pensano gli esperti.

Il ministro della Salute Speranza ha firmato l’ordinanza che proroga fino al 31 ottobre l’obbligo di indossare le mascherine in ospedale e Rsa. Per quanto riguarda bus, treni, metro da domani non sarà più indispensabile utilizzarle. Intanto i contagi covid aumentano in Italia con Rt e incidenza in risalita nell’ultima settimana. Come è meglio comportarsi? Chi farebbe meglio a indossarle comunque e dove? Da Bassetti a Gismondo e Vaia, ecco come la pensano gli esperti.

Bassetti

“Mantenere l’obbligo della mascherina in ospedale e nelle Rsa per consentire l’accesso a tutti i visitatori. Stop a tamponi, green pass, misurazione febbre e moduli vari per farli entrare”. Lo sottolinea su Twitter l’infettivologo Matteo Bassetti commendato l’ordinanza firmata dal ministro della Salute che proroga al 31 ottobre l’obbligo di mascherine nelle strutture sanitarie.

Gismondo

“In ambienti affollati, gli anziani e i fragili farebbero bene a indossare le mascherine” come misura volontaria di protezione personale contro Covid-19 e altri virus dell’inverno, compresi quelli dell’influenza che secondo le previsioni quest’anno sarà più ‘cattiva’. A sottolinearlo all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano.

Vaia

“Nessun allarme, gli italiani sono pronti a togliere le mascherine. Il direttore generale dell’Oms ha detto che siamo alla coda della pandemia. I cittadini sono saranno responsabili”. Così il direttore generale dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ospite di ‘Uno Mattina’ su Rai1, rispondendo alla domanda se gli italiani sono pronti a togliere le mascherine sui mezzi di trasposto dal 1 ottobre.

Ricciardi

“L’uso di mascherine in locali chiusi ed affollati e frequentati da persone fragili va reso obbligatorio fino a quando la pandemia sarà finita, sia a protezione dei pazienti che del personale. In Inghilterra, dove sono state rimosse da un anno, 200mila operatori sanitari hanno Long Covid”, afferma Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma, in un tweet.

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Minelli

“Se dovessimo individuare quale fra tutte le misure restrittive del campionario anti-Covid di questi ultimi 2 anni e mezzo ci ha penalizzati di meno da un punto di vista sociale, verrebbe automatico pensare alla mascherina. Un supporto igienico sanitario che si è rivelato utile e sopportabile nel momento più critico. Continuare a portarla in tasca e adoperarla quando serve, in luoghi pubblici particolarmente affollati, sui mezzi di trasporto o nelle strutture sanitarie, può essere una scelta personale che ormai potremmo anche sottrarre ai meccanismi disciplinari di questo o quel provvedimento governativo”, evidenzia all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata.

“Insomma non possiamo continuare con il festival ‘qui sì, qui no’. Diciamo una volta per tutte che la mascherina aiuta, difende, protegge, è un buon alleato e come tale va considerato”, rimarca l’immunologo.

Signorelli

“Il virus non guarda alle decisioni politiche. Abbiamo imparato in questi mesi che proteggersi è importate. E lo è particolarmente in una fase in cui la curva dei contagi risale. Mantenere la prudenza e indossare la mascherina in luoghi chiusi e affollati, più che un obbligo dovrebbe essere una consapevole consuetudine nelle fasi di circolazione virale, non solo per il Covid, ma anche per altri patogeni”.

A dirlo all’Adnkronos Salute è Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, in merito allo stop dell’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici che scatta da domani, e alla decisione di proroga solo per strutture sanitarie e Rsa.

Galli

“E’ indubbia l’utilità di mantenere le mascherine negli ospedali e nelle Rsa. Indossarla per andare a trovare un congiunto mi sembra il minimo del dovuto”. A dirlo all’Adnkronos Salute è stato Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.