“Il massacro di Parigi è un attentato alla pace mondiale”

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Massacro di Parigi. La riflessione sui precedenti attacchi del 7 gennaio 2015 di Giulietto Chiesa su Pandora Tv è più che mai attuale: Parigi, trappola sanguinosa. Quali conseguenze potrebbe generare e a chi potrebbero essere utili. Vogliamo riportarle integralmente anche il video post attentato di gennaio, un analisi valida anche dopo il novembre nero, il nuovo massacro di Parigi.

Il massacro di Parigi è un attentato alla pace mondiale” dice Giulietto Chiesa “agli equilibri della pace internazionale” cioè è “la strattonata che punta a trascinare l’Europa in guerra”. Abbiamo alle spalle mezzo secolo di pace, condita di stragi e terrorismo, ma anche di benessere, e davanti un possibile conflitto? Continua Chiesa dicendo che “l’Isis è una trappola ben congegnata, una creatura inquinata e molto dubbia, ma molti non hanno ancora capito la lezione” e poi si chiede “chi paga un esercito di oltre 50mila uomini? E poiché non è né la Russia né l’Iran… restano pochi mecenati…” Quali?

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Dunque: chi sta cominciando questa nuova/strana guerra mondiale? Chi la avalla? Io credo che intanto abbiamo un impegno: non accettare la posizione dei commentatori europei che hanno tante risposte certe (e spesso inutili), ma incominciare a porci delle domande, fare dei distinguo, avere dubbi. E soprattutto dire, come tanti anni fa, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

A chi giova tutto questo?

A chi può giovare tutto questo? Attenzione alle reazione islamofobiche in Europa come di dice Giulietto Chiesa. Attenzione agli Usa che vogliono più spese e maggiori investimenti per la difesa in Europa; “tutta la Ue non solo la Francia è sotto attacco, ci vogliono misure eccezionali di controllo” questo è quanto dichiarato da Hollande. In Francia esiste il partito organizzato e più anti Ue di tutta Europa, il Front National di Le Pen.

Giova tutto questo a chi potrò fare leggi che impediranno qualsiasi forma di contestazione e protesta, militarizzare definitivamente l’Europa, con la strategia, stile dopo 11 settembre in America, dell’eccezionalità che diventa normalità senza che la gente lo comprenda. Così come mantenere lo stato di allarme costante attraverso attacchi periodici per far accettare misure sempre più restrittive e sempre più pericolose per abbattere quel residuo di democrazia sempre più ridotta al lumicino.

Non vogliamo essere colonialisti, non vogliamo produrre e vendere armi, non vogliamo mandare i nostri militari ad ammazzare gente in giro per il mondo, non vogliamo continuare a bombardare i morti di fame in giro per il mondo, i soldati ci piacciono di più quando spalano il fango e fanno attraversare le vecchiette sulle strisce pedonali, non vogliamo chiudere le frontiere ai profughi disarmati, non vogliamo dire che questi poveracci vengono nel nostro paese per spararci addosso perché sappiamo che assistono i nostri anziani, puliscono le scale del nostro condominio e fanno la pizza sotto casa nostra, non vogliamo avere rapporti commerciali con paesi ricchi, arricchiti, ma schiavisti, non vogliamo, non vogliamo, noi non vogliamo!

La coscienza può cominciare anche dal rifiuto.